"Gli ebook non rappresentano la fine del testo tradizionale: i libri di carta non andranno mai fuori stampa o fuori catalogo. Ma certo devono essere gestiti meglio". Lo dice Jeff Bezos, fondatore di Amazon su La Lettura, supplemento culturale del Corriere della Sera, in una intervista sul futuro dell’editoria e aggiunge: "Sulla piattaforma di pubblicazione di Kindle ogni esperimento diventa lecito. Questo è possibile perché non ci sono tutti i costi del libro fisico. Ci sono fantastiche opportunità in questo nuovo modello. L’importante è stare concentrati solo sui lettori".
Bezos va poi all’attacco: "Gli ebook devono essere più economici dei libri di carta. Sono convinto che i libri digitali diventeranno dominanti nel futuro. Nel business editoriale ci sono solo due attori ad avere il futuro garantito: i lettori e gli autori, a cui paghiamo il 70% dei diritti. Tutti gli altri devono lavorare per assicurarsi un futuro. L’ecosistema che ruota attorno al libro dovrà adattarsi al nuovo e per farlo bisogno sforzarsi di creare valore aggiunto. Non si vince mai se si combatte contro il futuro: il futuro vince sempre".
Sempre parlando di rivoluzione digitale dell’editoria, a proposito della possibilità per Amazon di diventare un editore a tutti gli effetti in grado di assicurare la qualità delle pubblicazioni, il suo fondatore risponde: "Abbiamo un ufficio a New York dove lavorano i migliori agenti letterari al mondo, cerchiamo autori, commissioniamo libri, li paghiamo, visioniamo e correggiamo le opere. Facciamo insomma il lavoro di editori a 360 gradi" ,ma aggiunge che il modello verso il quale Amazon può avere più successo, "sono i piccoli editori".
Nel mondo degli ebook, rileva Bezos, "un ‘piccolo’ non deve preoccuparsi né della stampa né della distribuzione. Le uniche preoccupazioni per una casa editrice riguardano la parte editoriale e il marketing. Io vedo una nuova arena dove piccoli gruppo si uniranno a bravi pr e professionisti del marketing".
Sulla sopravvivenza o meno dei giornali di carta, Bezos è netto nella sua previsione: "Le persone che scrivono bene non avranno mai difficoltà a trovare un lavoro. I dispositivi mobile e i tablet sono una grande opportunità per quotidiani e magazine" e alle aziende editoriali in crisi consiglia "di puntare di più sugli abbonamenti. Se 10 anni fa i giornali avessero investito sugli abbonamenti, oggi le loro condizioni di salute sarebbero migliori. Va bene sperare che la pubblicità online diventi importante ma io sono per trovare un equilibrio tra pubblicità e finanziamento dei lettori".