''Il decreto Romani? C'èqualche punto che poteva
essere limato, ma è stato fatto un grande passo avanti
considerando il numero delle osservazioni che avevamo fatto, le
più importanti delle quali sono state accolte''. E'
questo il giudizio del presidente Agcom, Corrado Calabrò, sul
decreto legislativo che ha recepito la nuova direttiva Ue sui
servizi di media audiovisivi, approvato ieri in via definitiva dal
Consiglio dei ministri. "Il governo ha riflettuto anche sulla
base delle nostre osservazioni'', ha sottolineato Calabrò,
a margine della presentazione delle sue poesie all'ambasciata
italiana di Mosca.
Lo scorso primo febbraio si era consumato un vero e proprio
"scontro" tra il viceministro alle Comunicazioni,
Paolo Romani, e il presidente Agcom che puntava il dito contro
"il filtro generalizzato su Internet da una parte è
restrittivo come nessun Paese occidentale ha mai accettato di fare,
dall'altra è inefficace perché è un filtro burocratico a
priori''.
"E' fuori dal quadro della direttiva e questo la rende in
contrasto con la normativa europea – aveva ribadito -. Come tale
può far sorgere questioni con la Commissione europea che
indubbiamente farebbe dei rilievi. Il problema è di natura
globale. Per questo sono in corso colloqui tra Stati Uniti,
Giappone e Unione europea per cercare di trovare delle linee di
azione concordate''.
Lo stesso Romani aveva elogiato il ritrovato feeling con
l'Authority. L'Agcom ha espesso soddisfazione nei confronti
della stesura defintiva del testo del decreto" aveva ribadito
il viceministro poco prima del voto in Cdm di ieri.