Nuova fumata nera in Lega Serie A sulla risoluzione del contratto con Mediapro per i diritti televisivi del campionato di calcio per il triennio 2018-2021. Dopo la votazione di ieri sera, che aveva registrato 11 sì alla delibera, nell scrutinio di oggi pomeriggio i favorevoli sono diminuiti di un’unità: dei 17 club di Serie A con diritto di voto – visto che le tre retrocesse in Serie B non potevano partecipare alla decisione – la Lazio era assente e il Chievo non ha partecipato al voto. Dieci i voti favorevoli alla risoluzione del contratto, cinque gli astenuti: Cagliari, Torino, Udinese, Milan e Genoa, favorevoli a lasciare aperta l’assemblea e tornare sulla questione lunedì.
Ancora una volta, così, non si è raggiunto il quorum di 12 voti favorevoli necessario per prendere una decisione. Tutto rinviato, a questo punto, di qualche giorno, come chiedeva il presidente della Lazio Claudio Lotito.
“Presumo che lunedì ci possa essere la possibilità o di ribadire la fiducia nei confronti delle nuove proposte di garanzia da parte di Mediapro o di intraprendere un’azione che voi ben conoscete”, ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò riferendosi alla risoluzione del contratto.
Secondo il parere legale del consulente legale della Serie A, Alberto Toffoletto, “Le difformità sono di natura, quantità e importanza tali da rimuovere qualsivoglia dubbio rispetto alla piena legittimità della risoluzione del contratto”. Toffoletto, ordinario di diritto commerciale all’Università Statale di Milano e fondatore di Nctm Studio Legale, è da maggio 2017 consulente legale della Lega Calcio, per cui ha redatto i bandi di gara.
Il parere è stato presentato oggi alle società prima della nuova deliberazione sulla risoluzione con gli spagnoli, che come ieri non è passata. Intanto si rincorrono le indiscrezioni secondo cui nella notte la Lega abbia ricevuto una nuova comunicazione da Mediapro in cui si annunciava la riunione per domani del cda della controllante Imagina, che delibererà il versamento entro lunedì di 186 milioni di euro, non più come anticipo ma come integrazione dei 64 milioni versati a marzo, da intendersi come garanzia. Per luglio sarebbe invece prevista la prima rata da 200 milioni di euro.