SPORT E MEDIA

Calcio e diritti TV, ostacolo banda larga. Adoc: “Tutelare gli utenti nelle aree bianche”

Il 16 marzo nuova riunione dei presidenti chiamati a scegliere tra le offerte di Sky e Dazn per il triennio 2021-2024. Il presidente dell’associazione, Roberto Tascini: “Nel dibattito rischia di esserci un grande assente, il rispetto dei diritti dei consumatori”

Pubblicato il 15 Mar 2021

diritti Tv calcio

Dopo l’ennesima fumata grigia della scorsa settimana i presidenti delle 20 squadre del massimo campionato di calcio torneranno a riunirsi domani mattina alle 11:30 nell’assemblea della Lega Serie A per decidere a chi assegnare i diritti televisivi del triennio 2021-2024. Le offerte in campo sono quelle di Dazn, che conta su una partnership tecnologica e di distribuzione con Tim, e che mette sul piatto 840 milioni di euro per l’esclusiva di 7 match di ogni turno e la condivisione degli altri 3 con Sky, e quella di Sky, che offre 750 milioni per tutte le partite con esclusiva solo sul satellitare ma che lascia aperta la possibilità per la Lega di creare un proprio canale in streaming per la trasmissione online dei match. Le due offerte rimarranno valide fino alla deadline del 29 marzo.

L’allarme di Adoc

Nell’attesa di capire se si riusciranno a superare le divisioni tra i club – anche profonde – l’associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori (Adoc) lancia il proprio allarme. A parlare è il presidente, Roberto Tascini, che sottolinea in una nota come “sull’acceso dibattito riguardo chi si aggiudicherà i diritti del prossimo Campionato di calcio sembra esserci un grande assente. Motivo per il quale chiediamo alla Lega Calcio di prendere in considerazione quelli che possono essere i problemi per i consumatori dal momento che non sembra che si stiano creando delle condizioni eque per tutti”.

“Come Adoc – prosegue Tascini – chiediamo che nella scelta dell’assegnazione dei diritti calcistici per la stagione 2021/24 siano considerati degli elementi indispensabili per la tutela del consumatore. Pensiamo alla presenza di canali di assistenza, alla necessità di creazione di canali di interlocuzione con le Associazioni dei Consumatori così come alla possibilità di ricorrere alla conciliazione paritetica”.

“Non vorremmo inoltre che il prezzo della crisi nel mondo calcistico dovuta al Covid ricada sulle tasche dei consumatori – sottolinea – Chiediamo alla Lega così come ai due competitor delucidazioni in merito alla tutela della visione nelle cosiddette zone bianche, memori della attuale situazione che riguarda anche la didattica a distanza, proprio per evitare una penalizzazione dei tifosi che non si vedrebbero garantita una pluralità di visione”.

Dazn pensa allo sbarco su digitale terrestre

Una risposta indiretta a quest’ultima richiesta arriva proprio dal versante Dazn: negli ultimi giorni è infatti trapelata la notizia che la piattaforma di streaming si stia attrezzando per poter trasmettere i match – se dovesse aggiudicarsi la gara – anche sul digitale terrestre, superando così i timori sugli eventuali problemi di copertura dello streaming. Per rendere possibile questa prospettiva Dazn ha avviato un confronto con Persidera, operatore di rete controllato da F2i, per l’acquisizione delle frequenze che le consentirebbero di poter trasmettere anche in digitale terrestre. Al momento non si conoscono ancora i dettagli dell’operazione, che d’altra parte è vincolata agli esiti della gara in corso: l’unica cosa che pare certa è che il tempo a disposizione da qui ad agosto, quando inizierà il campionato di Serie A 2021, è ampiamente sufficiente per chiudere l’accordo con l’operatore di rete e approntare il canale in tempo per l’avvio della nuova stagione calcistica.

I presidenti divisi su diritti e Fondi

L’ultima riunione della Lega, intanto, giovedì 11 marzo, si è conclusa con undici voti favorevoli all’offerta di Dazn (Atalanta, Cagliari, Fiorentina, Hellas Verona, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli, Parma e Udinese) e nove astenuti (Benevento, Bologna, Crotone, Genoa, Roma, Sampdoria, Sassuolo, Spezia e Torino), dopo un duro botta e risposta “epistolare” che ha visto emergere due schieramenti divisi non soltanto sui diritti Tv ma anche sull’ingresso nella Lega serie A dei fondi Cvc, Advent e Fsi. Un’operazione che porterebbe il consorzio ad acquisire il 10% della media company che nascerà per gestire i diritti commerciali del calcio, con un investimento da 1,7 miliardi di euro.

Le posizioni in campo sui diritti Tv

L’ultima polemica è partita da una lettera inviata poco più di una settimana addietro ai vertici della Lega Serie A da sette club, Atalanta, Fiorentina, Inter, Juventus, Lazio, Napoli ed Hellas Verona, che ribadivano la loro contrarietà all’ingresso dei fondi e sollecitavano una decisione rapida in merito ai diritti televisivi, arrivando a prefigurare “legittime pretese risarcitorie” verso chi possa fare ostruzionismo per bloccare la gara. Finché non saranno stati assegnati i diritti televisivi, questa la posizione dei sette club, non sarà presa “neppure in esame alcuna nuova proposta o progetto da parte del Consorzio o di altri soggetti”.

La risposta, firmata da Roma, Bologna, Torino, Crotone, Genoa, Sampdoria, Sassuolo, Benevento e Spezia, è stata altrettanto dura: “Porre in relazione l’assegnazione dei diritti tv e l’operazione fondi è sì una condotta ostruzionistica e dilatoria”, scrivono, aggiungendo che le minacciate azioni risarcitorie “sarebbero gravi e fuori luogo in qualsiasi contesto”. I nove club inoltre entrano nel merito della gara per l’assegnazione dei diritti tv, chiedendo un approfondimento “sulla capacità di Dazn/Tim di coprire tutto il territorio italiano” e sul business plan del canale “che si potrebbe creare con le dieci partite trasmissibili in Ott come complemento dell’offerta Sky”. Approfondimenti ritenuti “doverosi prima di prendere una decisione che vincolerà il nostro futuro nei prossimi tre anni”, conclude la lettera, aggiungendo che “sarebbe gravissimo che in loro assenza si procedesse all’assegnazione”.

Quanto ai fondi, mantengono in questo momento una posizione di attesa, facendo emergere il proprio “approccio assolutamente neutrale rispetto all’assegnazione dei diritti”, e auspicando “che la scelta venga compiuta in maniera celere così da poter passare il prima possibile a riparlare del progetto di lungo periodo”.

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