LO STUDIO

“Canone Rai? Bastava fissarlo a 80 euro”

Secondo una simulazione effettuata da iCom-Energia, l’importo minore avrebbe garantito comunque alla Tv pubblica Rai ricavi maggiori rispetto agli 1,59 miliardi del 2014, diminuendo al contempo anche il tasso di evasione

Pubblicato il 19 Ott 2015

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Con la decisione del governo Renzi di abbassare il canone Rai da 113 a 100 euro per il 2016 e a 95 nel 2017, le casse del servizio pubblico dovrebbero godere di migliore salute dal prossimo anno. Alla diminuzione del prezzo si accompagnerà anche la novità del pagamento nella bolletta della corrente: una decisione non vista di buon occhio dalle compagnie elettriche, ma che dovrebbe diminuire decisamente il tasso di evasione rispetto al 2014. Nel 2014 la Rai ha infatti incassato 1 miliardo e 590mila euro, ma con un tasso evasione che ha toccato il 25% dei potenziali clienti.

i-Com Energia, associazione fondata nel 2005 che promuove la competitività in chiave innovativa, ha provato a simulare l’effetto della nuova misura prevista per il canone, prevedendo con un tasso di evasione o morosità del 5% un incasso di 2,4 miliardi di euro, che scenderebbe di circa 130 milioni nel caso il tasso in esame fosse del 10%. I curatori dello studio Stefano da Empoli, presidente dell’I-Com e Gloria Marcotullio sono andati oltre, prendendo in esame anche due ipotesi di un canone fissato a 90 e 80 euro.

Nel primo caso la Rai avrebbe incassato tra i 2 e 2,1 miliardi a secondo della morosità delle famiglie, mentre nel caso degli 80 euro il ricavo sarebbe oscillato tra 1,83 e 1,94 miliardi. In entrambi i casi il servizio pubblico avrebbe comunque incassato di più rispetto all’1,59 miliardi del 2014 e le famiglie italiane avrebbe speso annualmente ancora meno.

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