Yahoo! alla conquista della leadership della rete con le armi della
personalizzazione e della localizzazione. L’agguerrita Ceo di
Yahoo!, Carol Bartz, ha illustrato a Londra il futuro della
società che guida dal gennaio del 2009. Il messaggio è chiaro:
Internet non è solo Google o Facebook. Un’affermazione che suona
ovvia in America o in Asia, dove Yahoo!
è molto forte, ma un
po’ meno nel Vecchio continente. Ecco allora che nei piani della
Bartz c'è anche il progetto di puntare un po' di più
l'attenzione sull’utenza europea.
“Non siamo per forza in competizione con Google”, ha chiarito
la Bartz. “Siamo due società diverse, anche se una parte dei
nostri business coincide, in particolare quella relativa ai motori
di ricerca. Ma Google realizza il 99% dei ricavi con un unico
prodotto: l'advertising pubblicitario legato alla ricerca. Noi
invece produciamo la metà dei ricavi dalla ricerca e l'altra
metà dal display advertising, nel quale siamo i leader di
mercato”, ha spiegato la Bartz.
Ancora: “Noi siamo una media
company e insieme un operatore tecnologico. A differenza di Google
siamo un grande portale personalizzabile ma anche il più grande
fornitore di email del mondo visto che dai nostri indirizzi vengono
spediti ogni mese 100 miliardi di email”. Insomma: “Nella
Silicon Valley c'è posto per tutti e le cose possono cambiare
molto rapidamente. Non siamo fuori dai giochi”.
E per rientrare in gioco Yahoo! ricomincia dai campi europei. Anche
la scelta della capitale britannica per la conferenza stampa lo
dimostra.
”L'Europa è un mercato chiave per noi”, ha
spiegato la Bartz, “siamo molto ottimisti sul futuro”. Degli
oltre 600 milioni di utenti Yahoo!, 77 provengono dal Vecchio
continente. “Noi serviamo 10 miliardi d'impressioni
pubblicitarie al giorno, 500 milioni solo in Europa. Qui siamo al
primo o al secondo posto con i servizi Mail, News, Sport, Finance,
Answers e Flickr. E prevediamo di mantenere se non guadagnare
queste quote”.
Un obiettivo che il portale pensa di raggiungere fornendo una
homepage completamente rinnovata, che si adatti automaticamente
alle esigenze dell'utente e si trasformi nella porta principale
di accesso per milioni di navigatori verso notizie, servizi e
intrattenimento ritagliati automaticamente sui loro gusti e sulla
loro localizzazione geografica. L'homepage ridisegnata farà la
sua comparsa prima in America e Europa occidentale, poi verrà il
turno dei paesi dell'Est europeo, quindi prenderà il via
l'espansione in Medio Oriente (anche grazie
all'acquisizione di Maktoob) e in Africa.
"Ormai le
persone sono abituate ad andare su siti diversi per esigenze
diverse", ha spiegato la Bartz. "Si usa Google per le
ricerche, Facebook per incontrare gli amici e così via. Yahoo!
vuole diventare il centro di tutto questo".
L’obiettivo è “Combinare il mondo delle persone e il resto del
mondo su Internet”, ha sintetizzato la Ceo. “Ognuno di noi ha
interessi diversi.
In base ai criteri di ricerca noi di Yahoo!
vogliamo portare all'utente quello che c'è su Internet e
che potrebbe interessargli”. Un nuovo tipo di “esperienza”
che combina interfaccia, contenuti pubblicitari e dati in modo da
personalizzare quanto più possibile “l'evento”
Internet.
Spazio dunque anche ai messaggi pubblicitari altamente mirati. La
Bartz immagina un futuro in cui "le pubblicità saranno
interessanti quanto i contenuti”, anche se a questo si arriverà
“solo tra alcuni anni". Nel presente, la manager vede
comunque un rimbalzo del mercato pubblicitario che, ha aggiunto
Rich Riley, responsabile di Yahoo! per Europa, Africa e
Medioriente, nel prossimo anno potrebbe crescere ancora, a seconda
dei Paesi, tra l'1 e il 10%. Agli inserzionisti, la Bartz offre
una platea di 600 milioni di utenti dei quali conosce a fondo gusti
e attitudini: "Lo sapevate che gli uomini non guardano i
banner pubblicitari in cima alla pagina, mentre le donne sì? Noi
lo sappiamo e disegniamo le nostre homepage a misura di utente e di
pubblicitario".
Il futuro passa anche, ovviamente, per il mobile: Yahoo! ha appena
lanciato la sua applicazione per iPhone e ha siglato una
partnership per entrare nei dispositivi portatili Samsung. “In
America”, ha sottolineato la Bartz, “in questo campo siamo
testa a testa con Google. E nei Paesi in via di sviluppo
l'accesso a Internet passa attraverso il mobile. Esserci è
fondamentale. Ma credo sia troppo presto per mandare in pensione il
computer. Ho giocato un po' con l'iPad: non abbandonerei
mai il mio laptop per lui”. La manager ha anche negato
l’ipotesi che Yahoo! possa lanciare un proprio sistema operativo
per cellulari come ha fatto Google con Android. “Siamo più
interessati al mondo delle applicazioni sui cellulari piuttosto che
a un sistema operativo vero e proprio. Sono le applicazioni che
danno un valore aggiunto da un punto di vista
economico”.
La Bartz, 61enne, è alla guida di Yahoo! da 16 mesi, durante i
quali la società ha messo in atto un radicale programma di
ristrutturazione. La settimana scorsa, il gruppo ha presentato una
buona trimestrale (310 milioni di utili netti), nella quale ha
pesato non poco l’accordo decennale con Microsoft su ricerche e
pubblicità. Ma sulla possibilità che alla fine il gigante del
software acquisisca Yahoo!, la Bartz è recisa: “Di recente ho
solo detto che chiunque può fare un'offerta su una società
quotata, ma noi non siamo in vendita”.