Chili, la piattaforma Internet di streaming di film, si stacca da Fastweb e con nuovi soci e capitali cerca la strada dello sviluppo. Stefano Parisi (presidente), Giorgio Tacchia (amministratore delegato) Alessandro Schintu (responsabile marketing & comunicazione) e Stefano Flamia (responsabile tecnico) sono i manager che guidano la società con il 43,2% del capitale, mentre il 41,4 è sempre nella mani di Fastweb e il resto vede la partecipazione del fondo di private equità Antares.
Lo spin off, ha spiegato Parisi, si giustifica con l’esigenza di dare la giusta dinamica di crescita di sviluppo di piattaforma e contenuti alla società. Con l’obiettivo di realizzare trenta milioni di fatturato entro il 2016, Chili si rivolge a un settore in profonda trasformazione che ha visto negli ultimi anni chiudere circa duemila punti vendita di noleggio di dvd con l’uscita dal mercato di nomi storici come Blockbuster. Il diradamento dei punti vendita, parzialmente rimpiazzati dalle edicole, apre ampi spazi di mercato che Chili cerca di coprire con un’offerta di 900 film che dovrebbero diventare a breve 1.400 con la presenza di tutte le major internazionali.
Pirateria e digital divide sono i principali ostacoli allo sviluppo del business dei film in streaming che secondo la proposta di Chili possono essere noleggiati e visti su qualsiasi piattaforma entro le 48 ore successive oppure acquistati. Il prezzo va da 2,95 a 5,95 per il noleggio e da 6,95 a 19,95 per l’acquisto.
Per i film di Chili è sufficiente una connessione a 1 Mb. Il sistema ottimizza il flusso di dati a seconda delle dimensioni dello schermo e delle velocità di connessione in modo che il buffe ring non disturbi la ricezione delle immagini.