"Non si sentiva il bisogno di un intervento del ministro degli
Interni per incoraggiare i pirati a svolgere la loro attività che
in un solo anno ha provocato alle industrie creative una perdita di
185mila posti di lavoro". Confindustria Cultura Italia attacca
il ministro Maroni per le sue dichiarazioni pro-file sharing.
Solo in Italia, spiega l'associazione, i posti di lavoro
perduti grazie al download illegale di musica sono stati 22.400. Ma
quello "che ancor più preoccupa è che alla provocazione del
ministro Maroni – scrive Confindustria -, che dichiara di scaricare
gratis musica dalla rete, è seguito un assordante silenzio".
Nel 2008, secondo la ricerca della società francese indipendente
Tera Consultants, le industrie creative dell'Ue (cinema,
musica, televisione e software), hanno contribuito per 860 miliardi
di euro al totale del PIL europeo, con una quota del 6,5%
dell'occupazione totale per circa 14 milioni di lavoratori.
"Sarebbe dunque opportuno che il livello di dichiarazioni
pubbliche – scrive Confindustria -, soprattutto se vengono da
uomini delle istituzioni, superasse la superficialità
dell’aspetto ludico della vicenda e approfondisse le implicazioni
economiche e sociali di un via libera allo spensierato furto
collettivo".
Oggi l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, dice ancora
il comunicato, "ha finalmente iniziato un importante lavoro di
analisi e di approfondimento del diritto d’autore sulle reti di
comunicazione elettronica. Confindustria Cultura Italia appoggia
questo impegno e accanto ad essa si schierano Fapav, Fpm, Aidro che
da anni lavorano sul campo per la formazione e il contrasto di
tutte le forme di pirateria".