Rischia la morte in culla Confindustria RadioTv, associazione battezzata a Roma a fine giugno, che riunisce le aziende radiotelevisive italiane, pubbliche e private. Per la prima volta sotto una stessa sigla ci sono Rai, Mediaset, Sky, La7, Telecom Italia Media e Frt (la federazione di emittenti radio tv locali). La convocazione della prima assemblea generale con designazione degli organi statutari è prevista subito dopo l’estate. Peccato che sulla nomina del futuro presidente di Confindustria RadioTv si stia consumando un braccio di ferro tra Rai e Mediaset che potrebbe bloccare tutto da un momento all’altro.
La Rai chiede che sulla poltrona segga un proprio uomo di altissimo livello (si parla di dirigenti oggi nel cda di viale Mazzini). Mediaset punta ad affidare la presidenza a Andrea Ambrogetti, presidente di Dgtvi.
Ma qui arriva il primo nodo: perché Ambrogetti è indagato insieme alla moglie Ilaria Sbressa per concorso nella bancarotta della società Interattiva srl: dunque il suo nome risulta al momento assai poco spendibile per una carica tanto in vista. Così Mediaset è dovuta ripiegare su un piano B con annesso rimescolamento di carte, e oggi chiede che la presidenza venga affidata a nomi esterni al mondo delle aziende, ottenendo in questo modo di tagliar fuori anche i candidati Rai, e un vice-presidente forte, dotato di molte deleghe. Per i candidati alla presidenza appoggiati dal Biscione per questo “piano B” si parla di Claudio Petruccioli, Enzo Cheli o Letizia Moratti. Per la vice-presidenza torna in ballo, a sorpresa, Ambrogetti. Indagini permettendo.