E’ la convergenza il grande leit motiv del Libro Bianco sui
contenuti presentato ieri dall’Agcom a Roma. In una cultura non
più tv-centrica, “il compito dell’autorità – dice il
commissario Nicola D’Angelo – è garantire l’accesso a Internet
a tutti e tutelare i diritti”.
“Il contenuto è un’industria a pieno titolo e ormai non
dipende più da quale piattaforma lo veicoli”, ha ribadito
Roberto Viola, Segretario generale dell'Agcom. ”Contenuti,
reti e investimenti sono la chiave dello sviluppo tecnologico e
ogni elemento traina l’altro, ma il contenuto è la vera killer
application”.
“Il fattore chiave dello sviluppo dei contenuti è il suo
trasformarsi in elemento sociale”, ha indicato Augusto Preta,
direttore di ITMedia Consulting e curatore del Libro Bianco, mentre
sul piano economico emergono più attori sul mercato. “Il vero
vantaggio competitivo non è però delle telco”, secondo Preta,
“bensì delle aziende nate su Internet”.
Il Libro Bianco è un testo “straordinario che analizza in che
modo i contenuti offrono strumenti di espressione agli attori
sociali”, secondo Mario Morcellini, preside della facoltà di
Scienza della Comunicazione.
“La convergenza offre grandi opportunità agli operatori ma
occorre uno sforzo nell’offerta per catturare il mercato”, per
il commissario dell’Agcom Antonio Martusciello. “Con
l’affermarsi dei modelli a pagamento, il servizio pubblico dovrà
occuparsi di mettere a disposizione di tutti contenuti
diversificati e di qualità”.
Da parte sua l’autorità dovrà regolare evitando tre rischi
fondamentali, ha concluso il giurista Vincenzo Zeno-Zencovich
dell’Università Roma Tre: che siano limitate le libertà di
tutti per colpa degli abusi di alcuni (come accade con Hadopi), che
vengano selezionati i contenuti (venendo meno ai principi della
neutralità) e che si perda l'inalienabile diritto
dell’utente all'anonimato in rete.