Saranno gli Internet service provider italiani a essere multati se non bloccheranno il sito pirata Italiashare, o un suo “alias”, in caso di segnalazioni di contenuti pubblicati abusivamente. E la segnalazione non dovrà più necessariamente passare dai giudici. E’ la conseguenza della decisione del Tribunale di Milano in riferimento a una causa Mediaset contro il sito di download di riviste.
L’ordinanza del 12 aprile scorso riconosce i diritti dei magazine del Gruppo Mondadori, fino a quel momento disponibili illegalmente sul sito italiashare.info. E’ la conclusione di una disputa cominciata da tempo: già una decisione del 2017 aveva impedito l’accesso al portale dasolo.online e a tutti i siti web con nome a dominio dasolo, ma in breve tempo il dominio era stato modificato in italiashare.info, vanificando ogni intervento giudiziale.
Con l’ultima pronuncia non sarà più necessario l’intervento del giudice per estendere le inibitorie a tutti quei siti alias di italiashare, il cui filo conduttore riporta ad un unico piano preordinato dal portale pirata.
A conferma dei principi espressi dalla direttiva “enforcement” a tutela del diritto d’autore, recentemente oggetto di un’apposita comunicazione della Commissione Ue, la sentenza italiana riprende i principi consolidati della giurisprudenza comunitaria sul ruolo degli operatori economici e ribadisce che tali soggetti sono ritenuti intermediari quando prestano un servizio per violare diritti di proprietà intellettuale, e quindi, obbligati ad attivarsi.
La rilevanza della decisione ottenuta dal Gruppo Mondadori a tutela dei propri magazine è data dal fatto che per la prima volta un giudice civile emette un provvedimento di questa portata. Infatti la pronuncia relativa al sito italiashare.info è espressamente estesa a tutti i futuri nomi di dominio che dovessero mutare non solo il top level domain (ad esempio da .net a .org) ma anche il second level domain, ad esempio da “italiashare” o, a “qualsiasi nome a dominio” futuro.
Sarà sufficiente quindi una segnalazione da parte della casa editrice agli ISP che, pur non essendo direttamente responsabili della violazione, si dovranno prontamente attivare per impedire l’accesso ai futuri siti “alias” segnalati, adottando “le più opportune misure tecniche” per cessare la connettività agli alias pirata. Ogni giorno di ritardo nell’attivazione sarà sanzionato con 5.000 euro.
Le attività portate avanti dal Gruppo Mondadori in stretta collaborazione con la società DcP (Digital Content Protection) e l’avvocato Alessandro La Rosa dello studio Previti hanno portato i loro risultati e proseguiranno nella lotta alla pirateria digitale, anche grazie ai successi ottenuti sul fronte penale con gli avv. Paolo Liedholm e Matteo Uslenghi dello studio Dinoia Federico Pelanda Uslenghi & Partners.