Il Parlamento ci vuole vedere chiaro sul nuovo schema di
regolamento sul copyright. Per questo motivo il presidente
dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado
Calabrò, è stato convocato per giovedì 21 luglio, alle ore 8.30,
dalla commissione Comunicazioni e da quella della Cultura del
Senato per rispondere ai quesiti – si legge sul sito del Senato
– “relativi alle problematiche emerse nel settore Internet in
materia di diritto d’autore”. La richiesta di convocazione è
stata avanzata “con urgenza” dai senatori del Pd, Vincenzo Vita
e Luigi Vimercati.
Stando a quanto previsto dalla delibera, che ha provocato una
levata di scudi da parte di associazioni di consumatori e utenti
che la consideano "lesiva" della libertà, la procedura
contro i contenuti illeciti si svolgerà in due fasi. Nella prima,
il detentore di diritti d’autore chiederà al sito di rimuovere
entro quattro giorni un contenuto che considera illecito.
“Qualora l’esito non risulti soddisfacente per una delle parti,
questa potrà rivolgersi all’Autorità, la quale, a seguito di un
trasparente contraddittorio della durata di 10 giorni, potrà
impartire nei successivi 20 giorni (prorogabili di altri 15) un
ordine di rimozione selettiva dei contenuti illegali o,
rispettivamente, di loro ripristino, a seconda di quale delle
richieste rivoltegli risulti fondata”, spiega l’Autorità in
una nota. Se Agcom ritiene che il contenuto è illecito, chiederà
al sito di rimuoverlo. In caso di rifiuto, lo multerà con le
tipiche sanzioni applicabili a chi disattende un ordine
dell’Autorità: fino a 250 mila euro. Comunque il sito potrà
rivolgersi al Tar del Lazio per opporsi alla multa. La procedura si
blocca se una delle due parti si rivolge alla magistratura.
Contro i siti esteri c’è un elemento in più. Alla fine del
contradditorio, Agcom sa di non poterli multare e per questo
motivo, nel precedente testo, voleva esercitare il potere di
inibizione all’accesso (cioè chiedendo ai provider internet di
oscurare il sito agli utenti italiani). Adesso invece si limiterà
a mandare avvisi ai provider, che saranno liberi di decidere se
oscurarlo. In caso contrario, Agcom si rivolgerà alla
magistratura, la quale potrà poi emanare un ordine di
oscuramento.
Agcom prevede una serie di esclusioni, per quanto riguarda i
contenuti che potrebbero essere rimossi. La misura non riguarderà
infatti “i siti non aventi finalità commerciale o scopo di
lucro; l’esercizio del diritto di cronaca, commento, critica o
discussione; l’uso didattico e scientifico; la riproduzione
parziale, per quantità e qualità, del contenuto rispetto
all’opera integrale che non nuoccia alla valorizzazione
commerciale di questa”.
Parte della delibera è mirata a promuovere l’offerta legale di
opere sul web. Obiettivi: “individuazione di misure di sostegno
allo sviluppo dei contenuti digitali e delle soluzioni idonee alla
riduzione delle barriere normative”. “Elaborazione di codici di
condotta dei gestori dei siti e dei fornitori di servizi di media
audiovisivi e radiofonici”. “Promozione di accordi tra
produttori e distributori per la riduzione delle finestre di
distribuzione, e la messa a disposizione di contenuti con modalità
di acquisto semplificate e a costi contenuti”. “Promozione di
accordi tra operatori volti a semplificare la filiera di
distribuzione dei contenuti digitali relativi alle nuove modalità
di sfruttamento favorendo l’accesso ai contenuti premium”.
“Individuazione di criteri e procedure per l’adozione di
accordi collettivi di licenza”. “Realizzazione di campagne di
educazione alla legalità nella fruizione dei contenuti”.
“Osservatorio per monitorare i miglioramenti della qualità e le
riduzioni dei prezzi dell’offerta legale di contenuti
digitali”.