Dopo Australia e Francia, anche in Italia si fa strada la questione copyright davanti ai contenuti informativi forniti dagli editori al servizio News di Google. BigG annuncia infatti di aver firmato i primi accordi di licenza con una serie di editori italiani, sia di portata nazionale sia di carattere locale, tra cui RCS Media Group, Sole 24Ore, Gruppo Monrif, Caltagirone Editore, il Fatto Quotidiano, Libero, Il Foglio, Il Giornale, Il Tempo, Ciaopeople, Edinet, Gruppo Corriere, Citynews e Varese web. Questi nuovi accordi, firmati su base individuale, rappresentano un importante passo avanti nella relazione di Google con gli editori italiani, remunerando gli editori aderenti per Google News Showcase.
Contenuti più approfonditi a fronte di una remunerazione
Le intese per News Showcase tengono in considerazione i diritti previsti dall’Articolo 15 della Direttiva europea sul copyright in relazione agli usi specifici online delle pubblicazioni giornalistiche (tali diritti non si applicano ai collegamenti ipertestuali e all’utilizzo di estratti molto brevi). Google News Showcase è un nuovo programma di licenze annunciato da Google nel 2020, che offrirà ai lettori l’accesso a contenuti più approfonditi a fronte di una remunerazione per gli editori firmatari degli accordi. News Showcase permetterà agli editori di rafforzare la propria relazione con i lettori, sviluppare nuovi modelli per la monetizzazione dei contenuti e trarre beneficio dall’aumento di traffico verso il proprio sito.
Il più ampio impegno di Google verso il giornalismo
News Showcase sarà disponibile in Italia nei prossimi mesi e si inserisce in un quadro più ampio di iniziative che rappresentano l’impegno di lungo termine di Google verso il mondo del giornalismo. Oltre a programmi come la Google news initiative e alla collaborazione in ambito pubblicitario con gli editori a livello globale, attraverso le sue piattaforme Google invia ogni mese ai siti degli editori 24 miliardi di clic, che permettono agli editori di aumentare i ricavi attraverso annunci e nuovi abbonamenti sui loro siti e app.
In Italia, dal 2015 Google ha investito 11 milioni di euro in progetti italiani di giornalismo attraverso il Fondo per l’Innovazione della Digital news initiative, mentre nel 2016 ha sottoscritto con Fieg un accordo triennale che ha portato l’azienda a investire oltre 16 milioni di Euro su una serie di settori strategici per l’editoria digitale.
E nel 2020, con il diffondersi della pandemia, ha offerto supporto economico a oltre 300 redazioni italiane attraverso il suo Fondo globale di emergenza per il giornalismo locale.
“I nostri editori partner avranno accesso a nuove opportunità per valorizzare i propri contenuti e per aumentarne la profittabilità. Siamo felici di contribuire allo sviluppo dell’ecosistema digitale per il mondo degli editori e di rafforzare il nostro impegno verso il giornalismo di qualità”, conclude Fabio Vaccarono, Vice president di Google e Managing director di Google Italy.
Un Fondo Ue contro la disinformazione online
Intanto, sempre sul fronte informazione, nasce il Fondo europeo per rafforzare la resilienza contro la disinformazione online, frutto del lavoro della Fondazione Calouste Gulbenkian e dell’Istituto universitario europeo.
Il Fondo mobiliterà risorse finanziarie a sostegno dell’alfabetizzazione mediatica e delle iniziative di verifica dei fatti, nonché progetti di ricerca sulla disinformazione online. Il Fondo fornirà anche borse di studio individuali per giovani studiosi e responsabili politici che studiano l’alfabetizzazione digitale e mediatica e la disinformazione online.
Obiettivo ultimo sarà contrastare la disinformazione online, che rappresenta una minaccia crescente per le società democratiche. L’aumento della disinformazione richiede ulteriori ricerche sulle ragioni alla base, nonché sulle tecniche, gli attori e i vettori utilizzati per diffondere la disinformazione.
La Fondazione Calouste Gulbenkian, una delle fondazioni filantropiche più rinomate d’Europa, ospiterà e gestirà il nuovo Fondo. L’Osservatorio europeo dei media digitali, con sede presso la School of Transnational governance dell’Istituto universitario europeo, fungerà da consulente del Fondo nella formulazione dei bandi, nonché nella valutazione e selezione dei progetti.
“Accolgo con favore la creazione di questo fondo innovativo che riunisce varie parti interessate per sostenere l’alfabetizzazione mediatica e le iniziative di verifica dei fatti contro la disinformazione – commenta il vicepresidente della Commissione europea per i valori e la trasparenza, Věra Jourová -. Non ho dubbi sul fatto che abbiamo bisogno di un approccio globale, compresa una collaborazione di enti pubblici e privati per affrontare la minaccia della disinformazione”.