Associazioni dei consumatori tedesche contro Facebook e la cessione
dei dati personali a terzi che il noto sito di social networking
sta per rendere effettiva con le sue nuove impostazioni di privacy.
A capeggiare la rivolta, la federazione Vzbz (organismo-ombrello
che riunisce 42 associazioni in difesa dei consumatori), che chiede
agli utenti di non usare più Facebook a meno che il sito non
faccia marcia indietro sulle modifiche annunciate. “Se la
protezione dei vostri dati personali vi sta a cuore, vi consigliamo
di opporvi e scegliere un altro operatore. Ditelo anche ai vostri
amici”, raccomanda la Vzbz.
Ma qual è il pomo della discordia? Facebook ha recentemente
delineato una serie di modifiche alle impostazioni di privacy, che
dovrebbero entrare in vigore nelle prossime settimane e che
includono la condivisione “occasionale” delle informazioni
degli utenti con terzi. Sarà possibile localizzare automaticamente
il navigatore e viene stabilita una lista di siti terzi
pre-approvati da Facebook, che potranno ottenere in automatico
informazioni molto dettagliate sugli utenti: data di nascita,
dispositivo utilizzato per l'accesso, browser, posizione,
pagine visualizzate. Le revisioni sono state annunciate di recente
dal deputy counsel di Facebook Michael Richter in un post sul blog
ufficiale del sito, che ha parlato anche di una serie di modifiche
che verranno apportate allo Statement of rights and
responsibilities dell’azienda. Molti cambiamenti sono stati
inseriti in vista del lancio di nuove funzionalità che saranno
annunciate alla conferenza F8 in programma per il 21 aprile.
Ma i paladini dei consumatori tedeschi insorgono su questa
invasione della privacy, forti anche dell’appoggio del ministro
per la Tutela dei consumatori, Ilse Aigner (già alla guida della
campagna contro gli occhi indiscreti di Google Steet View), che ha
scritto una lettera aperta al fondatore di Facebook, Mark
Zuckerberg, minacciando di cancellare il suo account dal social
network come forma di protesta. Secondo Vzbz, ogni volta che
Facebook passa le informazioni a terzi dovrebbe chiedere il
permesso agli utenti (400 milioni nel mondo) con una ben visibile
icona "opt-in"; al contrario, Facebook cederà le
informazioni automaticamente e se l’utente vuole proteggere la
riservatezza dei suoi dati deve scegliere volontariamente il
bottone "opt-out", che però non è facile trovare.
"La responsabilità di rispettare la protezione dei dati
spetta all’operatore, non deve occuparsene il consumatore”,
ammonisce il gruppo.