Che i social network fossero qualcosa in più di semplici stanze
per chattare era chiaro da subito. Distribuire content, foto, video
e pezzi della propria vita sembrava già possibile e interessante
nel 2006 quando la prima grezza versione di Facebook venne resa
disponibile al resto del mondo fuori da Harvard.
Era meno prevedibile, però, che i social network potessero dare
vita ad un nuovo tipo di Internet, ancora più sociale e meno
basato sull’ego. Tant’ è che oggi si parla di “rivoluzione
dei social media” in Egitto, così come nel 2001 si parlò di
“sms revolution” nelle Filippine, quando una serie di sms fece
scendere la popolazione in piazza causando il crollo del governo
Estrada.
In altre parole, i social network (e derivati) stanno
rivoluzionando non solo le dinamiche alla base dei rapporti umani e
sociali, ma anche la loro organizzazione. L’ultimo esempio è il
cosiddetto crowdfunding che rende possibile utilizzare il Web per
raccogliere fondi a scopi umanitari e sociali. Un fenomeno che
prima di Facebook & Co. era praticamente impossibile (al massimo si
organizzavano punti di raccolta nelle piazze e nei centri di
aggregazione).
Con il crowdfunding è possibile spiegare il proprio progetto,
promuoverlo e sponsorizzarlo su tutte le piattaforme possibili sul
Web con foto, video, grafici, ecc. Inoltre consente forme di aiuto
immediato o il lancio di progetti per la creazione di strutture
ospedaliere e case di accoglienza (come è stato fatto con i
progetti realizzati tramite RocketHub).
Se finora i social network hanno “velocizzato” il passaparola,
i siti di crowfunding rappresentano una modalità ulteriore per
veicolare il messaggio.
Esistono vari tipi di piattaforme crowdfunding. Fra le generaliste
RocketHub e Kickstarter, mentre PledgeMusic è dedicata a progetti
in ambito musicale, Quirky al design, CatWalkGenius alle giovani
promesse dello stilismo, e COfundOS al mondo dell’open-source.
Kapipal è invece rivolta a finanziatori di tutto il mondo.
Rispetto al mondo dei social network le piattaforme per il
crowdfunding offrono maggiori garanzie sulla reale esistenza di un
progetto di business o umanitario/sociale grazie precise regole di
registrazione e di tutela dei fondi raccolti che permettono di
“garantire” l’autenticità delle idee e dei progetti da
finanziare.