"'Ti media ha seri problemi, perde ancora in maniera
significativa e non puo' permettersi di fare ulteriori
sacrifici" è il commento di Franco Bernabè, ad di Telecom
Italia, al caso Dahlia, la pay tv in stato di liquidazione. In
mattina il ministro allo Sviluppo economico, Paolo Romani, aveva
chiesto a Telecom di "fare un altro piccolo sforzo"
'Io – aveva spiegato il ministro – tengo ai 270mila cittadini
italiani che hanno pagato per accedere al servizio'. Ma
Bernabè, ha dichiarato di non aver ancora
ricevuto la telefonata di Romani: "Quando la riceverò potrò
apprezzare quello che mi viene rappresentato" su Dahlia.
"Dopo il chiarimento odierno con Telecom Italia Media, Made
(azionista di Dahlia, ndr) riscontra purtroppo la mancanza di una
reale volontà di affrontare il piano di salvataggio di
Dahlia". E' quanto si legge in una nota. 'La nuova
posizione di Telecom Italia Media di concedere la banda a prezzi di
mercato – aggiunge – non è infatti compatibile con la logica di
una ristrutturazione dell'attivita' di Dahlia gia'
affossata, in passato, da costi di diritti sportivi e di banda
trasmissiva sproporzionati rispetto alle reali potenzialita'
del mercato di riferimento'. Cosi' Made 'ha formalmente
chiesto al liquidatore Paoloni, di risolvere il proprio contratto
di servizi e già da stasera di procedere allo spegnimento della
propria attivita' trasmissiva'.
L'amministratore delegato di Made, Filippo Chiusano, spiega:
'Non ho chiesto a nessuno di fare la carita', so bene che
le societa' quotate in borsa non sono enti di beneficienza,
pero' continuo a ritenere che viste le condizioni di partenza
in cui versa Dahlia, l'unica possibilita' per un rilancio
passa attraverso un periodo agevolato, durante il quale costruire
un nuovo progetto imprenditoriale con basi piu' solide rispetto
al precedente'.
A riguardo precisa di aver 'proposto a Telecom Italia Media di
entrare nella nuova compagine aziendale in un secondo momento a
condizioni estremamente vantaggiose in modo da premiare lo sforzo
economico effettuato nel breve a supporto dell'iniziativa'.
Ma Chiusano sottolinea come 'evidentemente tutto cio' non
ha riscontrato interesse'. Inoltre, fa sapere che 'anche la
richiesta di fidejussioni e' puramente strumentale visto che la
mia proposta prevedeva, fin dall'inizio, un compenso variabile
(pari ad 1,5 euro mese per abbonato), e' chiaro che essendo il
compenso variabile, dipendendo dal numero di abbonati, non puo'
essere predeterminato. Avevo dato invece – conclude – la mia totale
disponibilita' a fornire le fidejussioni necessarie
successivamente a giugno 2012 quando da un piano di salvataggio si
sarebbe passati al nuovo piano industriale'.
ROMANI, DEVO CONVINCERE TELECOM A PICCOLO SFORZO
(ANSA) – ROMA, 25 FEB –