De Kerchkove: pubblicità insufficiente a ripagare le news online

Parla il guru dei mass media: “L’economia ha le sue regole e lo scenario futuro vedrà affiancarsi due Internet: quella free che conosciamo e quella premium con un valore aggiunto”. Il pubblico è oggi più maturo e sa scegliere tra le informazioni offerte dai mass media. Ma “in Italia un po’ meno”, secondo De Kerchkove

Pubblicato il 25 Gen 2010

Finora sostenitore della libertà su Internet, persino Derrick De
Kerchkove, guru dei massmediologi, erede di Marshall McLuhan alla
cattedra della Toronto University, è costretto ad ammettere:
“Pensare che la pubblicità, anche con la ripresa economica,
possa sostenere le aziende editoriali, è un’illusione. Per i
grandi giornali la via indicata dal New York Times è una scelta
obbligata”. Intervistato da Affari e finanza di Repubblica, De
Kerchkove sostiene che le notizie sul web a pagamento sono “uno
sviluppo positivo. Scovare e selezionare le notizie con il lavoro
di uno staff formato a sua volta con un’attenta selezione,
preparare servizi con costi di trasferta e documentazione, è un
lavoro di alto impegno, responsabilità e professionalità. Costa
molto ed è giusto che venga pagato”.

De Kerchkove chiarisce: l’equazione web-libertà per cui è noto
(i suoi fans vanno ai raduni con il suo ritratto sulla maglietta al
grido di “Internet gratis”) “è sempre valida. La rete è
libera e pubblica e tale resterà. Però l’economia ha le sue
regole”. Ci saranno sempre giornali e notizie gratuiti in rete,
ma lo scenario futuro evolverà verso la formazione di due
Internet: quella free e quella premium, con servizi e contenuti a
valore aggiunto. In quest’ultima rientrano i maggiori brand della
stampa internazionale: dal NYTimes, che ha nei giorni scorsi
confermato la decisione di rendere il sito a pagamento, a Le Monde
a Repubblica.

Perderanno lettori? Non secondo De Kerchkove, tutt’al più
qualcuno tornerà al cartaceo. Ci saranno sì giornali minori che
falliranno una volta avviata l’operazione pay-web, ma tanti blog,
magazine online e bollettini di news vari continueranno a non farsi
pagare e valorizzeranno il loro ruolo di “resistenza” ai media
ufficiali. “Un’informazione diffusa e capillare che avrà un
motivo in più per svilupparsi potendo far concorrenza alle
maggiori testate valendosi dell’arma competitiva della
gratuità”, afferma De Kerchkove.

“Tutti i media hanno conosciuto una fase fondante in cui sono
stati offerti gratuitamente e una fase 2 in cui sono cominciate le
offerte premium una volta che il pubblico è stato catturato”,
nota ancora il guru di Internet. “Ma nel frattempo
l’utente-lettore-spettatore ha avuto modo di conoscere il mezzo,
valutarne pro e contro, capire di chi si può fidare e anche dove
andare a cercare informazioni diversamente caratterizzate. Per
Internet è arrivato questo momento”. “Uno dei meriti storici
di Internet è di aver svegliato la coscienza della gente che non
vuole più una versione ufficiale”, continua De Kerchkove. “Per
questo nei Paesi assolutistici come la Cina o la Russia di Putin il
potere controlla il maggior numero possibile di mass media, per
convincere la popolazione della sua verità. In Italia sapete
benissimo di cosa sto parlando visto che avete Berlusconi e una
valanga di media da lui controllati. Oltretutto, il pubblico
italiano è più immaturo che in altri Paesi industrializzati di
fronte alla televisione. Per fortuna, Berlusconi non controlla
ancora Internet; per questo dico che la libertà online va difesa
con realismo e guardando bene tutti gli aspetti della verità”.
E, a volte, sembra voler dire De Kerchkove, per conoscere la
verità, occorre contribuire a pagare i giornalisti che vanno a
cercarla… Ma non tassare Internet: “Ho solo un termine per
definire questa proposta del vostro governo: fascismo”.

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