Un’istruttoria sull’ordinamento automatico dei canali del
digitale terrestre. Lo ha deciso oggi il Consiglio dell’Agcom,
presieduto da Corrado Calabro, relatori Stefano Mannoni e Nicola
D'Angelo, per approfondire i termini dell’accordo notificato
all’Authority da Dgtvi relativo all'ordinamento dei canali
del DTT.
''L'istruttoria, avviata ai sensi dell'art. 43 del
testo unico della radiotelevisione, e che sarà svolta in tempi
rapidi, servirà a verificare se l'accordo raggiunto dai
principali operatori del settore televisivo sia rispettoso del
pluralismo e non discriminatorio nei confronti di alcune categorie
di broadcaster – si legge in una nota dell’Agcom -. Nel corso
dell'istruttoria saranno sentiti tutti i soggetti interessati.
L'obiettivo dell'Autorità è quello di esaminare tutte le
soluzioni possibili per dare certezza agli utenti in questo
delicato momento di passaggio tecnologico e per tutelare il
pluralismo e la concorrenza''.
Il problema che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
affronterà nell''istruttoria riguarda l' Lcn (Logical
channel numbering). Stando all'accordo raggiunto tra
broadcaster aderenti a Dgtvi l'associazione che riunisce Rai,
Mediaset, Telecom Italia Media, Frt, D-Free e Aeranti-Corallo
prevede che i canali dall'1 al 9 spettino alle ex tv analogiche
(tre Rai, tre Mediaset, poi La7, Mtv e l'ex Rete A); dal 10 al
19 alle emittenti locali, in base alla graduatoria stilata dai vari
Corecom; dal 20 in poi, a vari blocchi tematici: al numero 20
c'è Tv 2000, al 21 Retecapri (che però non ha ancora aderito
all'accordo), poi i canali per bambini, i semigeneralisti (come
Rai 4, Iris o RaiSat), gli sportivi e quelli dedicati alle
news.
Ma non tutti i broadcaster hanno aderito all'intesa. A far
gola, in particolare, è il canale numero 9, che andrebbe a Rete A,
emittente sulle cui frequenze si troverà a trasmettere (dal 1°
dicmebre) anche Cielo, il canale gratuito Sky.
La palla passa dunque all'Autorità. Tra le ipotesi future che
potrebbero essere prese in considerazione, l'adozione di una
Epg (guida elettronica ai programmi) sul modello di quella di Sky,
con i canali divisi tra generalisti e tematici, questi ultimi
articolati in base al tipo di offerta; il recepimento
dell'intesa Dgtvi, classificando le emittenti locali come fanno
i Corecom (per numero di dipendenti e fatturato) oppure in base
agli ascolti.
Insieme all'indagine sulla numerazione dei canali l'Agcom
ha dato il via anche a un'indagine conoscitiva sui servizi Voip
avente come oggetto "'Garanzie dei consumatori e tutela
della concorrenza con riferimento ai Servizi vocali su protocollo
internet (VoIP) da rete mobile ed al traffico peer to
peer".
"L'indagine della durata di 120 giorni approfondirà i
profili tecnici, economici e giuridici legati alla fornitura di
tali prestazioni e valuterà se le strategie messe in atto da
alcuni operatori mobili, di limitazione dei servizi in esame, siano
compatibili con il quadro regolamentare vigente – spiega una nota
-. In particolare, sul versante della tutela del consumatore
saranno oggetto di indagine «eventuali pratiche discriminatorie a
danno di talune categorie di utenza, e, più in generale, il
rispetto del principio di trasparenza delle offerte al cliente
finale". Per quanto riguarda, invece, la tutela della
concorrenza, si esamineranno le relazioni che intercorrono tra gli
operatori di rete ed i diversi fornitori di servizi, al fine di
"garantire che non vi siano strategie che escludono o limitano
la concorrenza nei mercati finali, a danno in ultima analisi dei
consumatori".