Parte da oggi il secondo grande “switch-off” della televisione italiana. Dopo quello del passaggio dall’analogico al digitale terrestre del luglio 2012, siamo ora all’inizio del processo di transizione che porterà dall’attuale standard di codifica Dvb-t al Dvb-t2, in una roadmap destinata a concludersi nel 2023.
La prima fase di questo switch-off, quella che inizia proprio oggi, consiste nel passaggio dallo standard Mpeg 2 all’Mpeg 4 di una serie di canali: si tratta nello specifico dei canali tematici della Rai, quindi Rai4, Rai 5, Rai YoYo, RaiSport+ Hd, Rai Storia, Rai Gulp, Rai Premium e Rai Scuola, e di quelli di Mediaset, quindi TgCom 24, Mediaset Italia 2, Boing Plus, Radio 105, R101 Tv e Virgin Radio Tv.
Il processo di switch-off è la conseguenza diretta delle norme europee che chiedono agli stati membri di liberare una parte della banda 700Mhz che dovrà essere lasciata a disposizione della rete 5G per le comunicazioni mobili. Per ottenere questo risultato i broadcaster dovranno adottare protocolli di trasmissione più efficienti, in modo da sfruttare meno banda pur non penalizzando la qualità delle trasmissioni: un obiettivo reso possibile dal Dvb-t2, che utilizza la tecnologia “High Efficiency Video Coding” (Hevc). Grazie al passaggio dal Dvb-t al Dvb-t2 sarà quindi possibile trasmettere gli stessi canali, in 4k e 8k e consentendo anche l’accesso a contenuti on demand, utilizzando meno banda e lasciando a disposizione del 5G lo spazio stabilito dalle autorità europee.
Questo primo passaggio sarà un banco di prova per i telespettatori che non si sono ancora posti il problema della compatibilità della propria tv con il nuovo standard. In generale gli apparecchi acquistati dopo il 2017 dovrebbero essere tutti compatibili, mentre per quelli che risalgono al periodo compreso tra il 2010 e il 2017 sarà necessario controllare sintonizzandosi sui canali che hanno già effettuato lo switch-off o sui canali 100 per la Rai e 200 per Mediaset. Per chi non riuscisse a vedere le trasmissioni nel nuovo standard sarà necessario cambiare tv oppure acquistare un decoder.
Proprio per andare incontro alle esigenze delle persone che a causa dello switch-off saranno costrette a cambiare televisore o ad acquistare un decoder il governo ha messo in campo una serie di misure. Alcune sono espressamente indirizzate al sostegno delle fasce meno abbienti, come il bonus tv, che può essere richiesto da chi ha un Isee inferiore ai 20mila euro, che consiste in uno sconto di 30 euro per chi acquisti un televisore che possa ricevere il segnale trasmesso in Dvb-t2 o un decoder da collegare a un vecchio apparecchio. Cumulabile con il bonus Tv c’è il bonus rottamazione, che non ha limiti di Isee e prevede un contributo che copra il 20% del costo del nuovo apparecchio fino a un tetto massimo di 100 euro.
Secondo i più recenti dati del Mise ad aver richiesto il bonus rottamazione sono state 603mila famiglie, per un utilizzo complessivo di 45,6 milioni di euro dei fondi messi a disposizione dal governo, mentre il bonus tv-decoder è stato chiesto da 750mila persone, per un totale di 34,5 milioni di euro. nello specifico dei decoder, 177mila sono quelli acquistati per il solo Dvb-t2, e 24mila quelli TivùSat per la ricezione dei programmi satellitari. Un successo che ha messo le associazioni di categoria sull’avviso di sollecitare il governo a rifinanziare i rispettivi fondi, che potrebbero andare esauriti, con il rischio che le ultime domande in ordine di tempo possano venire respinte per mancanza di disponibilità economica.
Per accompagnare gli utenti nella fase di passaggio, intanto, Ancra-Confcommercio, l’associazione di categoria che rappresenta i rivenditori specializzati di elettronica di consumo, ha deciso di distribuire nei negozi di elettrodomestici un volantino informativo che guidi i consumatori e dia loro tutte le informazioni di cui hanno bisogno. Il depliant spiega come verificare se il proprio televisore è in grado di ricevere il segnale e fornisce le informazioni principali per usufruire delle agevolazioni previste dal ministero dello Sviluppo Economico. “Il retail specializzato – spiega Dario Bossi, direttore generale di Ancra – sta mettendo a disposizione tutte le energie e tutte le competenze per svolgere nel migliore dei modi una funzione sociale di estrema importanza, riaffermando una sua centralità rispetto alle esigenze dei consumatori, che già la pandemia aveva messo in luce”.
Capitolo rottamazione: secondo le previsioni dei fornitori la transizione alla nuova tv digitale comporterà la rottamazione di oltre 15 milioni di apparecchi che non saranno più in grado di ricevere il segnale. Le stime, a fronte di una vendita annuale standard di circa 4,5 milioni di televisioni, parlano per l’anno in corso di 6,5 milioni di pezzi venduti, che potrebbero diventare 9 milioni il prossimo anno.