COPYRIGHT

Diritto d’autore, cambiano le regole: multe in arrivo per le violazioni via Telegram & co

Il Consiglio di Agcom approva all’unanimità le modifiche a conclusione della consultazione sui servizi di messaggistica. Via a valutazioni caso per caso e sanzioni per chi non rispetta gli ordini di rimozione dei contenuti diffusi illecitamente

Pubblicato il 23 Lug 2021

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Diritto d’autore, si cambia. Dopo il caso di Telegram, accusato di distribuire contenuti protetti dal diritto d’autore, Agcom cambia passo e, dopo aver ottenuto con il Decreto Rilancio l’estensione dei propri poteri, annuncia nuove misure per stoppare la violazione del copyright attraverso i servizi di messaggistica, Telegram e Whatsapp in primis.

Le modifiche approvate

Il Consiglio dell’Agcom ha infatti approvato all’unanimità le modifiche al regolamento in materia di tutela del diritto d’autore, al termine della consultazione pubblica indetta lo scorso ottobre e dopo il positivo vaglio della Commissione europea nell’ambito della procedura di notifica ai sensi della direttiva 2015/1535 sulla trasparenza del mercato unico.

La competenza dell’Autorità è stata ampliata dal Decreto “Rilancio” ai casi di diffusione illecita di contenuti in rete mediante i servizi di messaggistica istantanea che utilizzano, anche indirettamente, le numerazioni telefoniche degli utenti.

Il potere sanzionatorio di Agcom

Lo stesso Decreto ha inoltre ripristinato la possibilità per Agcom di comminare sanzioni nei confronti di coloro che non rispetteranno gli ordini di rimozione dei contenuti illecitamente diffusi.

Le modifiche poste a valle della consultazione pubblica mirano a impedire la diffusione di opere digitali rese disponibili in violazione del diritto d’autore, con le medesime procedure e garanzie – si legge in una nota dell’authority – “che hanno contraddistinto l’azione dell’Autorità sin dall’entrata in vigore del regolamento, nel 2014”.

Le procedure previste

L’Autorità valuterà caso per caso la sussistenza di un atto di comunicazione al pubblico, così come definito in numerose pronunce della Corte di Giustizia dell’Unione europea, in modo da garantire il rispetto, oltre che dei principi cardine di proporzionalità, gradualità, adeguatezza del suo intervento, anche della riservatezza delle comunicazioni interpersonali, come da disposto dell’articolo 15 della Costituzione.

“La rapidità dei tempi di intervento – si legge ancora nella nota -, fissato in soli 12 giorni e l’equilibrio delle decisioni dell’Autorità sono stati tra i principali punti di forza dell’attività finora svolta, come riconosciuto dall’intera filiera dell’industria creativa”.

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