La sfida di Disney a Netflix sul video streaming avrà ufficialmente inizio il 12 novembre e sarà condotta su tre fronti, perché nella stessa data del lancio negli Stati Uniti di Disney Plus il colosso dei media di Burbank, California, proporrà anche un bundle che unisce la nuova piattaforma con gli altri canali digitali Espn Plus e Hulu al prezzo speciale di 12,99 dollari. È esattamente lo stesso costo dell’abbonamento base a Netflix, anche se il ceo di Disney, Bob Iger, ha detto che si tratta di una semplice “coincidenza”.
“Lo so, si parla tanto di questa competizione”, ha dichiarato Iger in un’intervista con la testata americana Cnbc. Ma il ceo ha chiarito che Disney ha un posizionamento unico per contenuti e brand. “Abbiamo sempre pensato che ci sia spazio per entrambi per avere successo su questo mercato”, ha aggiunto Iger. E per Disney “c’è una grande opportunità di crescita”.
Iger ha discusso del lancio di Disney Plus e delle future strategie anche nella call con gli analisti con cui ha commentato i risultati trimestrali. Il terzo trimestre fiscale appena concluso ha mostrato risultati in calo sul fronte degli utili anche a causa di prestazioni inferiori al previsto per la neo-acquisita 21st Century Fox; ci sono inoltre gli ingenti investimenti per il lancio delle attività, come il video streaming, direttamente rivolte ai consumatori sui mercati internazionali. L’Eps (Diluted earnings per share) è in calo anno su anno del 59% a 0,79 dollari e l’utile netto è sceso del 51% a 1,4 miliardi, ma i ricavi sono in aumento del 33% a 20,2 miliardi di dollari.
La chief financial officer di Disney Christine McCarthy ha spiegato agli analisti che l’azienda sta spendendo aggressivamente nelle attività della divisione Direct-to-Consumer & International, per le quali prevede una perdita operativa di 900 milioni di dollari nel quarto trimestre fiscale, contro la perdita di 553 milioni nel terzo e la perdita di 370 milioni nel quarto trimestre fiscale 2018. Sull’allargamento della perdita operativa di Direct to Consumer & International, in rosso negli utili ma con ricavi in crescita a 3,8 miliardi di dollari, pesano sia gli investimenti per Disney Plus e per Espn Plus, lanciato ad aprile 2018, sia il fatto che Hulu, piattaforma in streaming inglobata insieme alle proprietà di 21st Century Fox, ora è contabilizzata nel gruppo Disney. Le altre divisioni del gruppo sono tutte in crescita: Media Networks (ricavi a +21%, utili +7%), Parks, Experiences and Products (ricavi +7%, utili +4%) e Studio Entertainment (ricavi +33%, utili +13%),
Iger ha ribadito il valore di lungo periodo della maxi-acquisizione di 21st Century Fox (71,3 miliardi) e ha sottolineato che il successo di Disney Plus, e del bundle con gli altri canali digitali, sarà di fondamentale importanza. “La strategia fondamentalmente è: attrarre il maggior numero di abbonati possibile al nostro servizio e dar loro l’opportunità di godersi l’eccezionale proprietà intellettuale e i fantastici prodotti che faranno parte di quel servizio”, ha detto Iger. Mettere Disney Plus in un pacchetto con Espn Plus e Hulu “è secondo noi un importante passo verso quell’obiettivo”. Il ceo ha definito 12,99 dollari “un buon prezzo”.
Il colosso dei media proporrà anche tre abbonamenti separati per ognuno di questi canali, compreso Disney Plus, che ha un prezzo base di 7 dollari al mese, come annunciato ad aprile. Ma il pacchetto tutto compreso è uno sconto significativo rispetto agli abbonamenti singoli, ha sottolineato Iger. Ci sono anche benefici per l’azienda, perché Hulu contiene la pubblicità: “Se il bundle ci consentirà di moltiplicare anche i clienti di Hulu, quest’operazione avrà enorme valore dal punto di vista dell’advertising”, ha sottolineato Iger.
Iger ha anche svelato che Disney è in trattative con Apple, Amazon e Google per distribuire Disney Plus sulle loro piattaforme, da solo o nel bundle con gli altri canali, ribadendo: “È importante raggiungere la larga scala velocemente”.
Ad aprile Iger aveva detto agli analisti che per Disney Plus il target è di totalizzare tra 60 e 90 milioni di abbonati nel 2024 raggiungendo per quell’anno (fiscale) la profittabilità. Disney prevede di finanzare con 1 miliardo di dollari la produzione di programmi orginali nell’anno fiscale 2020 e di portare gli investimenti a 2 miliardi nel 2024. Quanto a Hulu, l’intenzione è di espandere ulteriormente il servizio con l’obiettivo di raggiungere tra i 40 milioni e 60 milioni di abbonati entro l’anno fiscale 2024 (ora gli iscritti di Hulu sono 28 milioni, ha detto Iger), rendendo la piattaforma profittevole negli Stati Uniti nel 2023 o 2024; attualmente si prevede una perdita di 1,5 miliardi di dollari per l’anno fiscale in corso.