Il mercato dello streaming video mette il turbo: come preannunciato, Disney comunica – nel corso di un webcast live dei risultati finanziari del quarto trimestre – il lancio della nuova piattaforma online Disney + (Disney Plus): il debutto è previsto negli Stati Uniti verso la fine del 2019. Si tratta del guanto di sfida a Netflix cui la “Casa madre di Topolino” è già a lavoro da tempo con la riorganizzazione del catalogo di contenuti. Disney ha registrato utili nel quarto trimestre fiscale che hanno superato le aspettative di ben il 2%.
Con il nuovo servizio Disney prenderà di mira in particolare il pubblico dei suoi 5 super-filoni blockbuster originali: Star Wars, Marvel, Pixar, Disney, National Geographic. Al contrario di altre società come Mtv che hanno creato contenuti per Netflix, la Disney ha invece deciso di combattere “a testa alta” con la compagnia di streaming che ha sparigliato Hollywood. Ma competere con le aziende tecnologiche è costoso, come hanno rivelato giovedì i risultati Disney della trimestrale che scadeva a fine settembre: i costi sono saliti di 1 miliardo rispetto a un anno fa. “Stiamo aumentando la produzione – ha detto Bob Iger, leggendario presidente del board Disney -. Ma ci vorrà del tempo prima di vederne i risultati”.
Netflix accetta la sfida: “Siamo in concorrenza con Amazon da oltre 10 anni – ha detto il Ceo Reed Hastings – quindi siamo abituati a una concorrenza sana e forte”. Ma Disney Plus, che è stato soprannominato il “Netflix Killer“, si prevede che dia una sveglia sia a Amazon sia a Netflix. “Disney – ha proseguito Hastings – può contare su contenuti di grande pregio, da Star Wars a Marvel: saranno un grande concorrente”. Netflix, che ha già oltre 130 milioni di iscritti a pagamento in più di 190 paesi, punta anche a conquistare più iscritti aumentando gli abbonamenti in tutta l’Asia.
Problemi per Disney sul fronte antitrust. La Commissione europea al lavoro sugli impegni proposti da Disney per risolvere i problemi di concorrenza relativi alle clausole contrattuali che impediscono la prestazione di servizi transfrontalieri di tv a pagamento. Le preoccupazioni della Concorrenza riguardano alcuni dispositivi che compaiono in accordi bilaterali tra i sei grandi studios cinematografici tra cui la Walt Disney e Sky Uk in base ai quali gli studios cedono sotto licenza a Sky Uk la loro produzione cinematografica in quanto contenuto televisivo a pagamento per un certo periodo. Ne risulta che Sky Uk non può autorizzare i consumatori della Ue che non risiedono nel Regno Unito e in Irlanda di accedere ai servizi pay tv disponibili in questi due paesi.