Un impero cinematografico sul quale non tramonta più il sole. O, come ha detto l’analista Michael Nathanson, “Questa acquisizione ridisegna completamente il panorama del mercato”. Ed è così: spendendo 71,3 miliardi di dollari la The Walt Disney Company guidata da Bob Iger (nella foto) porta in casa i gioielli della corona della 21st Century Fox. Si fa prima a dire cosa resta fuori: la televisione tradizionale di Fox, telegiornali e poco più. Tutto il resto, dal cinema (20th Century Fox) alla quota di Hulu, il servizio di streaming di cui Disney era già socia (adesso l’azienda è al 60%) entra nel Magic Kingdom di Topolino & C. Ed è un affare che dimostra le enormi ambizioni di Disney riguardo non solo al mondo del cinema ma anche e soprattutto a quelle dello streaming.
“Ci vorranno anni – scrive il New York Times – perché le conseguenze ultime di questa acquisizione emergano e si rendano evidenti”, da quanto cambia la faccia del mercato. La partita di Disney è basata sul catalogo gigantesco di Fox per andare sul digitale e rallentare la crescita di Netflix, che a questo punto vede uno dei suoi peggiori incubi avverarsi: due dei suoi più grandi fornitori (Disney e Fox) si fondono assieme al suo (per adesso) principale avversario streaming, cioè Hulu e lavorano per preparare Disney+, il futuro servizio streaming del nuovo gruppo.
Sullo sfondo c’è ovviamente sempre Amazon Prime, ma a una certa distanza. E lunedì, se le indiscrezioni che le fonti di Hollywood giurano essere vere, la Apple terrà un suo evento all’interno del quale verrà annunciato non soltanto una serie di novità per quanto riguarda le notizie e i giornali online, ma anche il servizio di streaming voluto dall’azienda di Cupertino. Che ha già sei o sette serie televisive in avanzatissimo stato di produzione e un totale di almeno venti stagioni in corso di finalizzazione.
Se per Netflix gli scenari futuri fanno spavento, per Disney invece è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche: il Ceo Bob Iger ha scelto l’occasione storica dell’acquisto della 21st Century Fox per inviare un lungo memo allo staff della sua azienda che è stato giudicato insolitamente sincero sulle difficoltà delle sfide che aspettano Disney a causa della amplissima scala dell’integrazione di persone e culture che si prospetta per il gigante dei media.
“Vorrei poterti dire – ha scritto Iger nel memo intitolato ‘Un giorno storico per la nostra azienda’, inviato meno di un’ora dopo la chiusura dell’accordo-record da 71,3 miliardi di dollari (63 miliardi di euro) – che la parte più difficile è dietro di noi, che chiudere l’accordo era il traguardo piuttosto che il prossimo punto di partenza. Quello che ci aspetta invece è l’impegnativo lavoro di unire le nostre aziende per creare un’unica impresa di intrattenimento globale per contenuti, piattaforme e portata, capace di offrire esperienze che ridefiniscano il settore e che coinvolgeranno i consumatori di tutto il mondo per le generazioni a venire”.
Insomma, una dichiarazione di guerra, più che il riconoscimento di un trionfo. E in effetti, come la storia di alcuni dei grandi “merge” nel mondo del business americano insegna (ad esempio quello gigantesco e tremendo non solo per i conti economici tra Hp e Compaq, all’inizio del millennio) la parte più difficile comincia adesso. Non sono ancora stati annunciati i tagli caratteristici di questo tipo di operazioni, che creano soprattutto nella struttura amministrativa delle aziende ampie di doppioni di funzioni e ruoli che devono essere eliminate o quantomeno avviate in un processo di formazione e riposizionamento. A Hollywood circolano comunque stime di esuberi (negli Usa) da due a diecimila persone.
“Il nostro processo di integrazione – ha scritto Iger – sarà un’evoluzione, con alcune divisioni influenzate più di altre. Abbiamo già preso molte decisioni critiche, ma alcune aree richiedono ancora un’ulteriore valutazione. Potremmo non avere risposte a tutte le vostre domande in questo momento, ma capiamo quanto siano importanti le informazioni e ci impegniamo a muoverci il più rapidamente possibile per fornire chiarezza su come il vostro ruolo potrebbe essere influenzato”.
Disney l’anno scorso, quando erano iniziate le offerte per l’acquisizione degli asset della Fox aveva prolungato il contratto come Ceo di Iger per consentirgli di gestire la transizione. L’interesse della Disney per Fox è iniziato con l’offerta di acquisire una porzione consistente del patrimonio di Fox per 52,4 miliardi di dollari in stock alla fine del 2017. Comcast è entrata con una offerta alternativa, in contanti, da 65 miliardi di dollari per le attività di Fox, portando il rilancio di Iger a 71,3 miliardi di dollari in contanti e azioni Disney a giugno 2018. Nel momento in cui è uscito dalla corsa alla Fox, il Ceo di Comcast Brian L. Roberts si è congratulato con la Disney e il suo Ceo Bob Iger e ha elogiato la famiglia Murdoch e Fox “per aver creato una compagnia così desiderabile e rispettata”.
Intanto, quel che resta di Fox diventa una nuova entità, che raccoglie Fox News, Fox Sports, Fox Broadcasting e poche altre divisioni, dal nome di Fox Corporation, già quotata al Nasdaq, con Rupert Murdoch in posizione centrale e il figlio Lachlan come Ceo e Presidente.