A tutti gli amici e i colleghi giustamente preoccupati di quanto si minaccia al Corriere della sera (esuberi, licenziamenti, chiusura di testate, vendita della storica sede di Via Solferino), consiglio di cercare in archivio qualche foto con il tag “Wapping”. Magari nello smisurato archivio fotografico della Rizzoli, a Milano-Crescenzago, non proprio nel salotto buono di Milano, non lontano da Segrate. Un archivio così imponente che da solo ha alimentato la rinascita di un grande settimanale in rotocalco, “L’Europeo”. Ricordo le mie ricerche in caccia di una foto di Pertini che vedeva in tv la partita di calcio, da inserire nel mio “Televisione e società italiana”, edito da Bompiani e quindi nella famiglia Rizzoli, nell’ormai lontano 2002. Interminabili file di cassettiere di metallo grigio, uno stanzone non frequentato lungo lungo, a tetto, indimenticabile. Anche perché la trovai, la foto.
Dall’archivio emergerebbero immagini della polizia a cavallo in un sobborgo di Londra, autobus pieni di crumiri che superano i picchetti degli scioperanti, e forse anche il concerto di solidarietà sotto un grande striscione “Murdoch is bad” che non c’è bisogno di tradurre.
Era il 1986. Margaret Thatcher aveva già infranto con la legge il potere dei sindacati e con la forza lo sciopero dei minatori (1984-5). Rupert Murdoch aveva realizzato – senza clamori – un complesso editoriale e tipografico con le nuove tecnologie elettroniche, la composizione a freddo, i “videoterminali” (così si chiamavano), in questo sobborgo operaio di Londra, Wapping, lontano della centralissima Fleet Street centro dell’editoria inglese dal XV secolo, dove aveva sede il Times. Il quotidiano era diventato suo insieme al Sun, al Sunday Times e altre testate. Oltre a un sacco di stazioni TV. L’opinione di Murdoch su Fleet Street era che c’era il triplo degli occupati necessari e le loro retribuzioni erano cinque volte più alte della media. Non era del tutto vero, ma faceva impressione. L’impianto di Wapping aveva tecnologia americana Atex (Kodak), e ufficialmente era stato costruito per un nuovo giornale, The London Post, ma le vere intenzioni erano altre. Nel gennaio del 1986 dopo mesi di trattative, il Times entrò in sciopero contro il trasferimento a Wapping, le modificazioni unilaterali nell’organizzazione del lavoro e, soprattutto, i licenziamenti. Lotta dura senza paura fino al febbraio 1987, quando tutto finì con una buonuscita per i tipografi senza più lavoro. E la sede di Fleet Street? Venduta. Per maggiori informazioni leggetevi: Linda Melvern, The End of the Street, London, Methuen, 1986. Ciò detto, Murdoch aveva un piano editoriale, eccome. E i suoi fratellini milanesi?