E se Wikileaks fosse un pezzo dei Servizi o un dottor Stranamore?

I militari usa abbandonarono Internet perché insicura. Ma anche la rete…

Pubblicato il 13 Dic 2010

Il dipartimento Usa invoca “pene esemplari” per i
“responsabili” (?) della più ampia diffusione di documenti
diplomatici della storia; qualche voce stonata parla di
“complotto”, “11 settembre della diplomazia”; qualcuno
infine svaluta i contenuti come commenti di funzionari di
terz’ordine e via via sottovalutando.

Premetto che i reports di Wikileaks sono acuti e imprecisi, maligni
ed esatti come tutte le relazioni diplomatiche, se ne avete mai
letta una. Consiglio il delizioso: Agenti segreti di Venezia
1707-1797, a cura di G. Comisso, Milano, Bompiani, 1945. Oppure
Relazioni Degli Stati Europei Lette Al Senato Dagli Ambasciatori
Veneti Nel Secolo Decimosettimo, Racolte Ed Annotate e da N.
Barozzi E G. Berchet [Venezia 1863], recentemente ristampate e che
potete comprare su Amazon per $ 34,77.

Il problema è non fare arrivare i rapporti ad occhi indesiderati e
questo, devo ammettere, è un problema non da poco nell’era di
Internet. Ma non mi pare che la security del Dipartimento di stato
sia stata all’altezza. Poiché mi pare improbabile che Wikileaks
sia andata in giro a fare una colletta di documenti segreti, è
probabile che ci sia una gola profonda che aveva accesso
all’intero lotto e che lo ha sottratto. A quanta persone il
Dipartimento di stato fa conoscere tutta questa roba? È sicuro che
non siano accessibili a subordinati, signore delle pulizie,
stagiste (ne giravano parecchie)? È evidente che ci sono state
delle perdite (significato letterale di leak, sia per quanto
riguarda lo scarico del lavandino che la pipì).

La gola profonda può anche appartenere a qualche organizzazione
che aveva già sottratto i documenti e ad un certo punto ha
ritenuto utile divulgarli; oppure in cui qualcuno ha deciso di
diffonderli in proprio. Magari con qualche cambiamento o omissione:
cosa che noi non sapremo ma che gli 007 della Clinton potrebbero
indagare. Negli anni ‘60 i documenti si fotografavano con le
Minox (una compare in Agente 007 al servizio segreto di Sua
Maestà, 1969, ma peraltro Bond la impugna all’incontrario), ma
adesso l’email ha assai semplificato (o complicato, a seconda dei
punti di vista) la faccenda.

Naturalmente la chiave sono: i livelli di criptaggio; una struttura
di sicurezza in cui la conoscenza sia segmentata; tecniche digitali
per cui il documento incorpora il codice del mittente e del
destinatario. Nessuno di questi sistemi è sicuro al 100%, ma
insomma… i militari americani avevano abbandonato Internet
perché ritenuta insicura ma anche la loro rete, beh, non mi sembra
all’altezza. Sempreché Wikileaks non sia semplicemente un pezzo
dell’amministrazione o dei servizi, un qualche dottor Stranamore
o simili: voi siete sicuri che non sia così?

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