IL BANDO

Editoria digitale, la Toscana mette sul piatto 285mila euro

La giunta regionale approva le linee guida del bando regionale per il finanziamento alle testate online. L’assessore alla Cultura Cristina Scaletti: “Sosteniamo un settore in difficoltà”

Pubblicato il 05 Mar 2013

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Sostenere l’informazione online toscana ed incoraggiare l’occupazione nel settore. E’ questo l’obiettivo di un bando regionale di finanziamento le cui linee guida sono state approvate nella seduta di ieri della giunta della Regione Toscana. Si tratta di 285mila euro di intervento dei fondi Por 2007/2013 destinati alle micro, piccole e medie imprese grazie ai quali la Regione intende incoraggiare le aziende editoriali proprietarie di testate regolarmente registrate presso un tribunale sul territorio regionale, per avviare programmi di investimento volti all’innovazione per la diffusione su rete di informazioni aggiornate con contenuto giornalistico originale.

Un finanziamento che viene vincolato alla sottoscrizione, da parte dell’impresa, di almeno un nuovo contratto nazionale di lavoro giornalistico Fnsi-Fieg a tempo indeterminato. “Il settore dell’editoria locale sta attraversando un difficilissimo momento – ha sottolineato l’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti – e con questa misura manifestiamo l’intenzione di avviare politiche di sostegno in un settore, quello di internet, di grande prospettiva, che ha bisogno di crescere per garantire pluralità e qualità all’informazione. Ma tutto questo non può prescindere da un lavoro giornalistico esercitato secondo regole e contratti, con compensi giusti. Questo bando intende rappresentare un primo segnale di inversione di tendenza in Toscana e lancia un messaggio chiaro: una buona informazione ha bisogno di regole e contratti, nessun contributo senza regole e contratti”. In questo senso il bando, primo del genere in Italia, richiama un trattamento economico per tutti i collaboratori ispirato a criteri di equo compenso, così come definiti dalla legge 233 del 2012 “Equo compenso nel settore giornalistico”, entrata in vigore il 18 gennaio scorso”.

“Abbiamo voluto dare un impulso ad una normativa che intende restituire dignità ai tantissimi collaboratori, per lo più giovani, che scrivono pezzi percependo cifre assolutamente inadeguate – ha aggiunto Scaletti – Non è un caso che la normativa stia incontrando alcuni ostacoli nella sua applicazione. Nel bando chiediamo il suo rispetto inserendolo fra i criteri per la formazione della graduatoria. Chi lavora deve percepire, come in tutti i settori, una cifra adeguata”.

Il bando, che sarà aperto nel mese di aprile e le cui domande saranno presentabili online sulla piattaforma di Sviluppo Toscana, anticipa in qualche modo una proposta di legge regionale sull’editoria locale che, indirizzata a tutti i settori del giornalismo (carta stampata, tv, radio, online, agenzie di stampa), è già al vaglio del Consiglio regionale e prevederà lo stanziamento di consistenti risorse per sostenere il settore. La misura approvata ieri dalla giunta regionale, invece, viene realizzata grazie ai fondi del Programma operativo regionale per le micro, piccole e medie imprese, ed arriva dall’impulso al convegno Dig.it, organizzato dall’Associazione Stampa Toscana in collaborazione con Lsdi e il gruppo di lavoro sul giornalismo digitale Digiti.


I soggetti beneficiari ammessi a presentare domanda sono le micro, piccole e medie imprese in possesso di requisiti quali la titolarità di testate giornalistiche on line, registrate presso un tribunale all’interno della circoscrizione in cui la testata ha la redazione; l’iscrizione nel registro degli operatori delle comunicazioni (Roc) presso l’Agcom; e che non risultino controllate da parte di società o soggetti editoriali che editino anche altre testate. Inoltre le testate devono essere pubblicate con periodicità quotidiana, con una media quotidiana non inferiore ai 10 articoli giornalistici prodotti dalla redazione, i cui contenuti siano originali e pubblicati esclusivamente on line e che abbiano un contenuto informativo pari ad almeno il 70% del contenuto complessivo. Le spese di investimento ammissibili comprendono, al netto di imposte, tasse e altri oneri: adeguamento delle apparecchiature e degli impianti; l’acquisto di hardware e software; le spese di consulenza. L’agevolazione del progetto di investimento si realizza tramite la concessione di un aiuto in conto capitale fino al 60 per cento delle spese sostenute per ogni progetto presentato, per il quale è stato stabilito un tetto massimo di 80 mila euro.

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