LA LEGGE

Editoria, la pubblicità online nel Sic

La Camera converte in legge il decreto: meno vincoli burocratici per i piccoli periodici Web. Via alla tracciabilità elettronica delle vendite dei giornali

Pubblicato il 12 Lug 2012

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Novità in vista sul fronte della pubblicità online (comprese le risorse raccolte da motori di ricerca, da piattaforme sociali e di condivisione) dopo la conversione in legge del decreto Editoria passato alla Camera. Il provvedimento prevede tutti i ricavi rientreranno nel paniere dei ricavi del Sic – il Sistema integrato di comunicazioni – su cui si calcola anche il tetto “anti posizioni dominanti” del 20%. Inoltre viene previsto che le concessionarie di pubblicità sul web dovranno essere iscritte nel registro degli operatori di comunicazione (Roc).

Ancora sul versante del digitale, le nuove norme prevedono la delegificazione per i piccoli periodici online. La norma è frutto di un emendamento del Pd, primo firmatario il senatore Vincenzo Vita, che “libera” le testate periodiche “realizzate unicamente su supporto informatico e diffuse unicamente per via telematica, i cui editori non abbiano fatto domanda di provvidenze, contributi o agevolazioni pubbliche e che conseguano ricavi annui da attività editoriale non superiori a 100.000 euro” dagli obblighi di registrazione al tribunale e al Roc e alleggerisce i vincoli sulla titolarità dell’impresa previsti dall’articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, dall’articolo 1 della legge 5 agosto 1981, n. 416 , dall’articolo 16 della legge 7 marzo 2001, n. 62 nonché dalla delibera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 666/08/ del 26 novembre 2008.

Infine, il decreto interviene anche sulla distribuzione, imponendo a edicole e rivenditori, a partire dal primo gennaio 2013, la tracciabilità delle vendite e delle rese dei giornali quotidiani e periodici attraverso l’utilizzo degli opportuni strumenti informatici e telematici basati sulla lettura dei codici a barre. Per favorire l’adeguamento tecnologico degli operatori è previsto un credito di imposta per il 2012 nel limite di 10 milioni di euro, da finanziare attraverso risparmi. La disposizione mira anche alla diffusione della moneta elettronica.

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