L’onda lunga di Cambridge Analytica continua a travolgere Facebook. La Securities & Exchange Commission accende un riflettore sulla piattaforma social per accertare se abbia o meno messo in guardia gli investitori sull’accesso ai dati senza il permesso di sviluppatori e terze parti. Lo riporta il Wall Street Journal spiegando che le indagini fanno seguito allo scandalo dei dati di Cambridge Analytica.
La Sec ha chiesto informazioni a Facebook per cercare di capire quanto realmente la società sapesse dell’uso dei dati da parte di Cambridge Analytica e come sono esaminati i rischi derivanti dalla condivisione dei dati da parte degli sviluppatori.
Non basta: la società guidata da Mark Zuckerberg continua a cedere dati, anche se stavolta a scopo di ricerca. Lo riporta MF pubblicando un articolo del Wsj secondo cui i beneficiari questa volta saranno gruppi di di accademici che potranno contare sull’accesso completo ai dati dei 2,2 miliardi di utenti della piattaforma con l’obiettivo di identificare aree di ricerca per studiare gli effetti dei social sulle elezioni e la democrazia.
Il gruppo, Social Science One, si è costituito con il sostegno di organizzazioni no profit tra cui The John S. and James L. Knight Foundation e inizierà ad accettare le proposte dei ricercatori per il finanziamento.
I fondatori della società garantiscono misure a prova di abuso dei dati: verrano rimosse manualmente le informazioni identificative da qualsiasi set di dati passato a ricercatori esterni: niente uscirà fuori dai server posseduti dalla società di Menlo Park.
Inoltre i ricercatori saranno tenuti per contratto a non divulgare dati sulla società o i suoi utenti: la loro attività sarà monitorata a sua volta.
Primo fenomeno ad andare sotto la lente dei ricercatori saranno le fake news: per studiarlo i ricercatori avranno a disposizione un milione di gigabyte di informazioni sui link cliccati dagli utenti.