Con un’operazione in contanti e azioni da 19 miliardi di dollari, Facebook si aggiudica WhatsApp. La celebre app che permette ai suoi utenti di inviare gratuitamente messaggi di testo via Internet bypassando gli operatori telefonici rappresenta per il social network la sua più grande acquisizione dopo quella di Instagram, l’applicazione per scambiare fotografie comprata nel 2012 per oltre un miliardo di dollari. (Qui il documento della Sec sull’operazione)
Battuto anche l’acquisto da parte di Microsoft di Skype nel 2011 per 8,5 miliardi di dollari. Così facendo l’amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, dimostra di volere puntare ancora di più sui dispositivi mobili.
«WhatsApp è sulla strada giusta per connettere un miliardo di persone. I servizi che raggiungono un tale traguardo hanno un
valore incredibile», ha spiegato Zuckerberg.
Perché Whatsapp vale 19 miliardi? “Certo, se guardiamo l’operazione da un certo punto di vista, tenendo presente l’attuale base utenti e che si tratta di una piattaforma che non fa ricavi, allora sembra un piano azzardato – dice Arvind Bhatia analista di Sterne Agee -. L’operazione ha senso invece sul lungo termine: Facebook acquisendolo si garantisce che la crescita rimarrà ‘in famiglia'”.
In base ai termini dell’accordo Facebook versa azioni per 12 miliardi di dollari e altri titoli per 3 miliardi che si potranno sbloccare nell’arco di quattro anni. A ciò si aggiungono 4 miliardi in contanti. A incassare sono l’ucraino Jan Koum, co-fondatore di WhatsApp insieme all’americano Brian Acton nonché suo numero uno, e Sequoia Capital, la sola società di venture capital che ha investito in WhatsApp. Era il 2011 quando aveva messo a disposizione 8 milioni di dollari.
Koum entra inoltre nel consiglio di amministrazione di Facebook. Koum e Acton si sono incontrati nel 1997 mentre lavoravano in
Yahoo e nel 2009 hanno fondato WhatsApp, che conta 55 dipendenti di cui 32 sono ingegneri.
I 450 milioni di utenti attivi su WhatsApp base mensile non si devono preoccupare: per loro nulla cambia. Il servizio resta praticamente gratuito e non verrà invaso da pubblicità. Il focus è infatti sulla crescita della base utenti piuttosto che sulla ricerca di nuovi modi per monetizzare la base stessa. Anche la società, con sede a Mountain View, California, resta indipendente rispetto a Facebook e continuerà a rispettare la privacy. Una volta inviati, i messaggi vengono infatti cancellati dai server di WhatsApp. Si tratta quest’ultimo di un elemento molto caro a Koum, cresciuto in un Paese comunista. «L’infazia di Jan gli ha fatto apprezzare le comunicazioni che non sono intercettate», ha scritto in un blog Jim Goetz, un partner in Sequoia. «Quando è arrivato negli Stati Uniti all’età di 16 anni in quanto immigrato che viveva grazie ai buoni alimentari [forniti dal governo americano], aveva un incentivo extra a restare in contatto con la sua famiglia in Ucraina e Russia», ha aggiunto Goetz.
Il vantaggio per Facebook è che il 70% degli utenti WhatsApp usano il servizio ogni giorno, un «engagement» più alto del 61%
del social network di Menlo Park, California. Nel 2013 WhatsApp è stata usata per inviare 600 milioni di immagini, 200 milioni di
messaggi vocali e 100 milioni di video-messaggi ogni giorno, in rialzo di oltre il 100% rispetto al 2012.
L’a.d. Koum ha dichiarato: «l’alto livello di fedeltà e la rapida crescita di WhatsApp sono guidati dalle possibilità messaggistiche semplici, potenti e istantanee che noi forniamo».
Il titolo Facebook ieri ha chiuso la seduta in borsa in rialzo dell’1,13% a 68,06 dollari, nuovo massimo storico. In seguito all’annuncio, arrivato a mercati chiusi, il titolo è arrivato a cedere nell’after-hours fino al 5% segno che gli investitori si domandano se una tale acquisizione darà i suoi frutti.
WhatsApp sei mesi fa avrebbe rifiutato l’offerta di Google: una proposta molto particolare visto che ha chiesto all’app di avvertirli nel caso in cui avessero ricevuto altre offerte. La storia poi si è evoluta in un modo completamente diverso.