Le comunità dei genitori su Facebook sono state oggetto di una potente campagna di disinformazione dall’inizio della pandemia di Covid-19. Non solo. Secondo un nuovo studio pubblicato dai ricercatori della George Washington University, sarebbe stato proprio il meccanismo del social media di Zuckerberg a fare in modo che i genitori fossero “accerchiati” dalle comunità estreme e no-vax.
Che i social media alimentino la diffusione della disinformazione era già noto da ricerche precedenti. Tuttavia, come ciò accada non è chiaro e i ricercatori della George Washington hanno cercato di capire meglio questo aspetto, indagando come il meccanismo di Facebook aiuti la disinformazione a diffondersi in rete. Per fare ciò, Neil Johnson, professore di fisica, e il suo team di ricercatori hanno esaminato la community per un totale di quasi 100 milioni di utenti che hanno portato avanti dibattiti sulla salute pubblica nell’arco di tutto il 2020.
Due diverse fonti di disinformazione
Partendo da una comunità, i ricercatori hanno cercato di trovarne una seconda fortemente intrecciata con l’originale e così via, per capire meglio come interagiscono tra loro. I ricercatori hanno scoperto che le comunità genitoriali tradizionali sono state esposte alla disinformazione proveniente da due diverse fonti all’interno di Facebook.
In primo luogo, durante il 2020, le comunità sanitarie ‘alternative’, che generalmente si concentrano su messaggi positivi di salute e benessere come ad esempio come mantenere un sistema immunitario sano, hanno agito come un canale chiave tra le comunità genitoriali tradizionali e le comunità della teoria della cospirazione pre-Covid che promuovono la disinformazione su argomenti come il cambiamento climatico, il fluoro, le scie chimiche e 5G. Ciò ha rafforzato il legame tra queste comunità e ha permesso alla disinformazione di fluire più liberamente.
In secondo luogo, un nucleo di comunità anti-vaccinazione adiacenti alle comunità genitoriali tradizionali, è stato in grado di fornire continuamente disinformazione sul Covid-19 e sui vaccini alle comunità genitoriali. Inoltre, né le comunità sanitarie alternative né le comunità anti-vaccinazione erano gruppi particolarmente grandi per gli standard di Facebook, il che significa che potevano ancora agire nascosti dal radar dei moderatori della piattaforma.
Facebook ha precedentemente cercato di combattere la disinformazione attraverso l’uso di banner informativi nella parte superiore delle comunità per fornire indicazioni e consigli sanitari ufficiali. Secondo i ricercatori, questi striscioni non sono riusciti a fermare il mainstreaming delle teorie della cospirazione e della disinformazione perché hanno preso di mira un nucleo interno limitato di comunità estreme, mentre la maggior parte delle comunità genitoriali e altre comunità di teorie del complotto vivono al di fuori di quel nucleo. Secondo i ricercatori, comportamenti simili si presenteranno su qualsiasi piattaforma di social media con funzionalità di community integrate, per questo il team conta di studiare altre piattaforme in futuro.