Non tutto il male vien per nuocere, diceva un vecchio detto. E anche le fake news possono causare effetti positivi; strano a dirsi ma secondo il report di Teads “In News We Trust” le bufale online portano gradualmente i consumatori a cercare notizie da fonti più affidabili. Lo studio ha censito 16mila consumatori in 8 paesi per scoprire gli attuali atteggiamenti e le tendenze sul consumo di notizie e di pubblicità davanti all’esplodere del fenomeno fake news.
Entrando nel dettaglio le “fake news” hanno reso il 75% dei consumatori intervistati più propenso a cercare notizie da fonti di alta qualità e più affidabili.
E le bufale online non hanno affatto intaccato l’abitudine a fruire costantemente di informazioni: la maggior parte degli utenti, infatti, legge notizie da una a cinque volte al giorno, utilizzando soprattutto le fonti online e la Tv. Il consumo di notizie avviene su tutti i dispositivi: il 59% dei consumatori in Italia è propenso a leggere le news sul proprio telefono cellulare rispetto al 55% dei consumatori in Usa e al 51% in Uk.
Ridimensionato il ruolo del social media nella pubblicità: solo l’11% dei consumatori, infatti, si fida delle pubblicità dei brand su Facebook & co. I consumatori associano infatti ai social media le parole “sensazionalizzato” (28%) e “fake” (26%), mentre ai publisher online le parole “conoscenza” (35%) e “accuratezza” (22%).
La Tv e Internet sono i mezzi che riescono a catturare l’attenzione dei lettori: i publisher online e la Tv sono emersi come i più forti, con il 59% degli intervistati che presta attenzione alle notizie via web e il 51% alle notizie in Tv. Inoltre il 40% degli utenti nota gli annunci pubblicitari visti in Tv, rispetto al 24% per la stampa e al 29% per gli online. A livello globale, i consumatori ricordano e si fidano della pubblicità in Tv più di qualsiasi altro mezzo. Tuttavia, guardando al pubblico giovanile (dai 16 ai 24 anni), il canale online è emerso come il mezzo di cui più si fida e dove ricorda maggiormente la pubblicità.