L'INTERVENTO

Fake News, Cardani: niente pubblicità a chi pubblica “bufale”

Il presidente Agcom: “L’informazione di qualità è un bene pubblico. Il regolatore deve partire da un approccio di moral suasion, che dia precedenza agli obblighi di trasparenza e accountability della distribuzione delle notizie per le piattaforme internet”

Pubblicato il 16 Giu 2017

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Un Paese democratico “non potrà né oggi né in futuro fare a meno di una informazione giornalistica autorevole, professionale, trasparente, responsabile. L’informazione di qualità è un bene pubblico”. Lo ha detto Angelo Marcello Cardani, presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, intervenendo a Palermo ad un incontro sui temi della web reputation, cyberbullismo e fake news organizzato dal Corecom Sicilia, un’occasione di riflessione sulla sempre maggiore diffusione sulla Rete di notizie artefatte o false e sulle possibili misure di prevenzione e contrasto del fenomeno da parte degli stakeholder, pubblici e privati.

A differenza di quanto accade per i mezzi di dinformazione tradizionali, ha sottolineato Cardani, sul web “non esistono direttori responsabili, non ci sono garanti della veridicità e correttezza delle notizie pubblicate che rispondano ad un giudice delle ‘bufale’ eventualmente veicolate”. Così, per contrastare le fake news, “un importante segnale potrebbe essere dato adottando meccanismi che inibiscano l’accesso alle risorse pubblicitarie – prosegue Cardani – veicolate attraverso le grandi piattaforme digitali, ai siti che siano riconosciuti quali veicoli di notizie false”.

Nel ricordare come Agcom sia in prima linea nella tutela dei cittadini più deboli rispetto alle false notizie e ai fenomeni correlati dell’hate-speech e cyberbullismo, conclude la nota, Cardani ha auspicato una strategia regolatoria che sappia graduare gli interventi, “partendo da un approccio di moral suasion e light-touch regulation che dia precedenza a un regime fondato su obblighi di trasparenza e accountability delle funzioni di distribuzione delle notizie da parte delle piattaforme internet”. Non a caso, ha ricordato, l’Autorità sta concludendo un’indagine conoscitiva che attraverso un approccio scientifico vuole dare risposte concrete sul tema del ruolo crescente dei grandi aggregatori del web come piattaforme di informazione e giornali globali.

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