L'INTERVISTA

Fake news, Delos Knight: “Algoritmi ‘manipolano’ informazione”

All’Ambasciata Usa di Roma una tavola rotonda per fare il punto sul fenomeno dilagante della “disinformation”. Google & co primi “veicoli” ma rischiano l’effetto boomerang

Pubblicato il 17 Ott 2017

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“Gli algoritmi sono ormai in grado di selezionare le news sulla base degli interessi di ciascun utente. E così si crea un effetto “echo chamber”, in cui di fatto il cittadino ha solo l’illusione di essere informato e di scegliere, ma in realtà è sempre più isolato, quasi ‘segregato’ E ciò è molto pericoloso”. Delos L. Knight III, fondatore dell’Us Marketing Communication College, lancia l’allarme sul potere che la Rete, in particolare i social media, ha e avrà sempre di più sull’informazione e sul dilagante fenomeno delle fake news. A Roma Knight ha presenziato la tavola rotonda, organizzata presso l’Ambasciata Usa, che ha raccolto a dibattito esperti e addetti ai lavori per fare il punto sull’evoluzione del fenomeno, sugli interessi in ballo e su cosa c’è da attendersi nel medio-lungo periodo se non si interverrà per tempo.

Knight, è davvero possibile arginare il fenomeno fake news?

Quella che stiamo vivendo è una vera e propria rivoluzione della comunicazione. Non si può più immaginare un mondo senza internet e ci sono intere generazioni nate con Internet. La Rete ha consentito un accesso alle informazioni come mai prima d’ora ma è importante distinguere la tipologia di informazioni. Il punto non è tanto cosa sia vero o cosa non lo sia, o cosa sia di parte o cosa non lo sia, ma cosa sia deliberatamente falso ossia costruito per arrivare a un obiettivo terzo che può essere di tipo economico o politico e quindi impatta inevitabilmente su interessi e valori importanti. È quel che si chiama “disinformation”, spesso confusa con la “misinformation”, che è invece è un errore commesso in buona fede. Mi chiede se è possibile arginare il fenomeno. È necessario farlo, e la strada è quella dell’educazione che parte evidentemente dall’alto: sono gli adulti che devono insegnare in particolare alle giovani generazioni a sviluppare capacità critica e quindi a orientarsi al meglio fra la mole di notizie online. Non possiamo permetterci una generazione non informata adeguatamente e, ancor peggio, disinformata.

Esistono secondo lei delle “istruzioni” di base per orientarsi?

Ho individuato sette step, che consentono di individuare una fake news ed anche di evitarla. Eccoli: considerare la fonte, verificare la fonte, verificare la data di pubblicazione della notizia, tenere conto delle proprie inclinazioni, leggere oltre il titolo, chiedersi se si è di fronte a una fake news, consultare un esperto.

E chi dovrebbe seguirle queste regole?

Intanto i giornalisti o comunque tutti coloro che si occupano di informazione, ma anche chi vuole essere sicuro di essere adeguatamente informato e di non cadere in tranelli.

Paesi come la Cina e la Russia hanno optato per un regime di controllo molto severo su ciò che si può pubblicare o no online e a quali siti è possibile accedere. Cosa ne pensa? Può essere la soluzione anche per le democrazie occidentali?

Sicuramente in Cina e Russia il fenomeno fake news è meno sentito, ma d’altro canto non è possibile, come nelle democrazie occidentali, avere libero accesso a Internet. Noi non vogliamo imbrigliare l’informazione né creare liste nere, ma tutelare la cultura open dell’informazione e lasciare a tutti la possibilità di scegliere. Imporre regole restrittive non è la soluzione, e peraltro ci sono già leggi che prevedono pene per chi pubblica il falso.

Google, Facebook, Twitter: è attraverso gli over the top che sta dilagando il fenomeno fake news. Non dovrebbero essere loro a occuparsi di arginare la questione?

Facebook da solo è oggi il “pianeta” più popoloso al mondo con 2 miliardi di cittadini-utenti. Ci sono già iniziative sia da parte di Facebook, sia di Google, per fare fronte al fenomeno. Loro sono i primi interessati a tenere a bada il dilagare di notizie false, in caso contrario rischiano misure restrittive da parte dei governi e delle authority di vigilanza, come sta accadendo ad esempio in Germania. Quindi sicuramente collaboreranno e avranno a cuore la questione.

Roundtable on

“The Growing Threat of Disinformation”

U.S. speaker Kip Knight, SVP – H&R Block

U.S. Embassy- Rome

Participants from Rome:

ANGHELONE, Francesco docente di Relazioni internazionali Luiss

CLEMENTI, Francesco docente Università Perugia

CUCCINIELLO, Cristina giornalista Repubblica

EGIDI, Massimo professore di Economia Luiss

FIORDALISI, Mila giornalista Corcom

IANNUZZI, Andrea giornalista L’Espresso

NAZZARO, Sergio comunicazione M5S

VOLPE, Gianmarco giornalista Agenzia Nova

Connected via Skype from Milan:

MODERATO, Paolo docente di Psicologia Iescum

POZZI, Francesco docente di Comunicazione Iulm

From Venice:

QUATTROCIOCCHI, Walter Laboratorio CSSLab al IMT in Lucca

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