Le fake news sulla salute diffuse su Facebook, specie in tempi di coronavirus, hanno molto più appeal delle informazioni sui canali ufficiali, compresi quelli attivati dall’Oms e dalle principali autorità sanitarie mondiali. A dirlo è un report della Ong Avaaz dal titolo “Facebook’s Algorithm: A Major Threat to Public Health”. Stando allo studio, che si è concentrato su attori che operano principalmente in Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Italia, l’algoritmo del social network avrebbe permesso alle reti che diffondono disinformazione sulla salute di raggiungere circa 3,8 miliardi di visualizzazioni stimate nell’ultimo anno, arrivando al picco proprio in concomitanza della crisi Covid-19.
Le fake news sulla salute surclassano le notizie dei canali ufficiali
I contenuti dei principali dieci siti Internet che diffondono disinformazione sulla salute hanno ottenuto quasi quattro volte più visualizzazioni su Facebook dei contenuti equivalenti sui siti delle dieci maggiori autorità sanitarie tra cui l’Oms e, in Italia, il Ministero della Salute. Durante la pandemia, i dirigenti di Facebook hanno dichiarato il loro impegno a mantenere le persone “al sicuro e informate” sulla loro piattaforma, ma il report di Avaaz rileva che, nonostante le soluzioni emergenziali di Facebook durante la crisi Covid, le visualizzazioni di contenuti su siti che diffondono disinformazione sulla salute hanno raggiunto il record di 460 milioni di visualizzazioni stimate nell’aprile 2020, proprio nel momento in cui la pandemia ha raggiunto il suo picco in molti paesi, inclusa l’Italia.
Le pagine Facebook sarebbero state dunque uno dei principali strumenti per rendere virali i contenuti pubblicati da siti Internet che diffondono disinformazione sulla salute, rappresentando il 43% delle visualizzazioni totali stimate. Le principali 42 pagine analizzate nel report diffondono i contenuti delle reti su Facebook e sono seguite da oltre 28 milioni di persone, generando da sole circa 800 milioni di visualizzazioni. Tra le più eclatanti notizie false documentate nello studio spicca un articolo in cui si afferma che un programma di vaccinazione contro la poliomielite sostenuto da Bill Gates ha portato alla paralisi di quasi mezzo milione di bambini in India (8,4 milioni di visualizzazioni). Ci sono poi articoli contenenti cure fasulle per malattie mortali, come l’argento colloidale per l’ebola (4,5 milioni di visualizzazioni). Un pezzo dal titolo “Due medici d’urgenza spiegano perché la quarantena non avrebbe alcun senso”, contiene diverse false affermazioni che sostengono che, piuttosto che proteggere le persone durante una pandemia, la quarantena danneggerebbe la salute pubblica (2,4 milioni di visualizzazioni).
Fact checking e rettifiche social, così si contiene il fenomeno
Il report propone una soluzione in due passi per “confinare” la disinformazione e coloro che la diffondono su larga scala: anzitutto le rettifiche social, ossia inviare a tutti gli utenti che hanno visto disinformazione sulla piattaforma correzioni retroattive basate sulle verifiche effettuate da fack-checker indipendenti. Ricerche commissionate da Avaaz alle università George Washington e Ohio State dimostrano che questo riduce le convinzioni che nascono dalla disinformazione di quasi il 50%. In secondo luogo è necessario declassare i post che contengono disinformazione o coloro che diffondono sistematicamente notizie false nel News Feed degli utenti, riducendo la portata fino a un 80%. Dal rapporto però emerge che solo il 16% di tutte le notizie false sulla salute analizzate è segnalato da Facebook, mentre il restante 84% degli articoli e dei post selezionati in questo report rimane online senza notifiche nonostante il contenuto sia verificato da fact-checkers indipendenti. Tra i maggiori diffusori di disinformazione sulla salute su Facebook ci sono RealFarmacy, uno dei principali siti a pubblicare informazione sulla salute fuorviante e GreenMedInfo, un sito che presenta la disinformazione sulla salute come scienza.
La risposta di Facebook
“Condividiamo l’obiettivo di Avaaz di limitare la disinformazione, ma le loro evidenze non riflettono le misure che abbiamo adottato per evitare che le fake news si diffondano sui nostri servizi”, commenta un portavoce di Facebook Italia in risposta all’articolo pubblicato da CorCom. “Grazie alla nostra rete globale di fact-checker, da aprile a giugno abbiamo applicato etichette di avvertimento su 98 milioni di informazioni errate relative al Covid-19 e rimosso 7 milioni di contenuti che potrebbero portare a danni imminenti. Abbiamo indirizzato oltre 2 miliardi di persone verso le risorse messe a disposizione dalle autorità sanitarie e quando qualcuno cerca di condividere un link su Covid-19, mostriamo un pop-up per collegarlo ad informazioni sanitarie autorevoli”.