È un paradosso: l’atto in quanto tale di postare false informazioni non è vietato su nessuno dei siti di Facebook. Il divieto scatta solo se le false informazioni hanno conseguenze dirette (ingiurie e cose simili). Ma l’azienda si sta attivando per mettere dei limiti ai contenuti “non accurati” che vengono condivisi e comunque a informare gli utenti che ci sono opinioni divergenti su un particolare argomento. Paradossalmente, Facebook comincia con Instagram e lo fa pure lentamente.
Instagram infatti sta aggiungendo un’opzione per gli utenti che consente loro di segnalare post che ritengono falsi, mentre il sito di condivisione di foto di proprietà di Facebook cerca altri modi per arginare la disinformazione e altri abusi sulla sua piattaforma.
Facebook ha iniziato a utilizzare il rilevamento di immagini su Instagram a maggio per trovare contenuti falsi sulla sua app di punta e ha anche esteso il suo programma di controllo delle informazioni eseguito da terze parti.
I risultati classificati come falsi vengono rimossi dai luoghi in cui gli utenti cercano nuovi contenuti, come la scheda Esplora di Instagram e i risultati di ricerca con gli hashtag.
Facebook ha 54 partner che si occupano di fare verifica dei fatti che lavorano in 42 lingue diverse, ma il programma su Instagram per adesso è stato lanciato solo negli Stati Uniti.
“Questo – ha detto Stephanie Otway, una delle portavoce di Facebook – è un primo passo mentre lavoriamo verso un approccio più completo per affrontare la disinformazione”.
A Instagram è stato in gran parte risparmiato il controllo associato alla sua società madre, che è nel mirino dei regolatori sui tentativi russi di diffondere disinformazione attorno alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2016.
Ma un rapporto indipendente commissionato dal Select Committee on Intelligence del Senato Usa ha scoperto che “era forse la piattaforma più efficace” per gli attori russi che hanno cercato di diffondere informazioni false dopo le elezioni.
Gli agenti russi sembra che abbiano spostato gran parte della loro attività su Instagram, dove l’engagement complessivo è stato molto maggiore di quello ottenuto su Facebook, hanno scritto i ricercatori della società New Knowledge che ha condotto l’analisi.
“La nostra valutazione – è scritto nel report di New Knowledge – è che Instagram sarà probabilmente un campo di battaglia chiave per molto tempo”.
Instagram è andato anche sotto pressione affinché blocchi le fake news e le bufale sul tema della salute, compresi i post no-vax che cercano di dissuadere le persone dal vaccinarsi.
Il mese scorso, però, l’ente benefico con sede nel Regno Unito Full Fact, uno dei partner di Facebook per il controllo dei fatti, ha invitato l’azienda a fornire ulteriori dati su come i contenuti contrassegnati vengono condivisi in momento diversi, esprimendo di fatto forti preoccupazioni sull’efficacia del programma.