IL CASO

Festival del cinema, è guerra contro Netflix. Autori e esercenti: “Attacco alle sale”

Le associazioni di categoria contro la decisione della Biennale di ospitare in concorso le opere prodotte dalla società di streaming: “La Mostra di Venezia rischia di trasformarsi in promotore di un unico diffusore”. E invitano il direttore Barbera a “riconsiderare la decisione a partire dal prossimo anno”

Pubblicato il 02 Ago 2018

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“E’ un’opportunità, non un’imposizione agli esercenti, ma una libera scelta. Non è una fuga in avanti”. Lo ha detto Andrea Occhipinti direttore della società di distribuzione cinematografica italiana Lucky Red rispondendo alla polemica scoppiata sul caso “Netflix a Venezia”: la Biennale Cinema diretta da Alberto Barbera quest’anno infatti ospiterà anche in concorso film prodotti dalla società Usa: scelta osteggiata dagli esercenti cinematografici, ma non solo, che rivendicano la centralità della sala per la sopravvivenza del settore, soprattutto in Europa.

La scelta di Venezia è opposta a quella effettuata del Festival di Cannes che ha escluso dalla competizione, nell’edizione di quest’anno, le opere prodotte dalla piattaforma streaming. Al centro del casus belli la politica disruptive di Netflix che spinge sulla diffusione di film (e serie Tv) direttamente sulla propria piattaforma di streaming bypassando le sale cinematografiche che detengono il controllo della prima finestra di sfruttamento del film.

Il cartellone veneziano prevede in concorso, tra gli altri. il film “Sulla mia pelle” di Alessio Cremonini sul caso Stefano Cucchi. Il film, prodotto da Lucky Red, uscirà poi in sala e in streaming su Netflix il 12 settembre.

Il 27 luglio le associazioni della categoria esercenti Anem (multiplex) e Anec (cinema) avevano protestato senza mezzi termini contro la selezione di Barbera che in merito al grande spazio dato dal festival (29 agosto-8 settembre) ai film Netflix (5 più un documentario) e Amazon aveva distinto nettamente da quanto accade oltralpe, dove una legge impone le cosiddette ‘finestre’ di uscita (36 mesi) oltre alla distribuzione in sala.

Le presidenze della Fice – Federazione Italiana Cinema d’Essai, dell’Anac – Associazione Nazionale Autori Cinematografici, e dell’Acec – Associazione Cattolica Esercenti Cinema lanciano l’allarme: “A Venezia in concorso ben 3 film – 22 July di Paul Greengrass, Roma di Alfonso Cuaron (forse, non è sicuro), The Ballad of Buster Scruggs dei fratelli Coen, ndr – rischiano di non uscire in sala, una decisione controversa e inopportuna”.

Ma secondo Occhipinti “proporre agli esercenti la programmazione in contemporanea del film nelle sale, come avviene con tanti contenuti alternativi che poi hanno il loro sfruttamento su altre piattaforme, è un’opportunità. Noi crediamo da sempre nella centralità e nel futuro della sala cinematografica. Ognuno sarà quindi libero di scegliere se programmarlo o no. Stiamo sondando l’interesse dell’esercizio per valutare le modalità migliori di programmazione e decideremo di conseguenza. L’ultima cosa che vogliamo è penalizzare il rapporto tra il pubblico e la sala”.

Di ben altro avviso Fice, Anac e Acec: “Di fatto uno dei due festival cinematografici più prestigiosi al mondo, in assoluta controtendenza con quanto deciso per la Palma dal direttore del festival di Cannes, potrebbe assegnare il Leone D’Oro o la Coppa Volpi ad opere che non saranno mai visibili sul grande schermo. Fice, Anac e Acec sono convinte che alla base stessa della Mostra ci sia ancora l’idea di fruizione in sala delle opere presentate in concorso, ma anche nel rispetto della libertà dello spettatore che per vedere uno o più film premiati avrebbe altrimenti come unica scelta la sottoscrizione dell’abbonamento alla piattaforma che ne abbia la visione esclusiva. Paradossalmente la Mostra diventerebbe promotore indiretto e inconsapevole di un unico diffusore”. “Pur rispettando la decisione presa”, concludono le tre associazioni “invitiamo il direttore Barbera ad una riflessione comune con gli esercenti e gli autori affinché tale decisione sia riconsiderata a partire dal prossimo anno”.

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