La lotta contro la pirateria online sembra lontana dall’essere
vinta. L’ultimo studio realizzato dalla società di security
MarkMonitor ha analizzato i livelli di traffico illegale su 43 siti
di file-sharing scoprendo che hanno generato oltre 53 miliardi di
visite l’anno. I primi tre – RapidShare.com, Megavideo.com e
Megaupload.com – hanno attratto da soli oltre 21 miliardi di
visite. Questi siti sono sempre più utilizzati per accedere ai
contenuti in modo illegale tramite il sistema per peer to peer,
notano gli analisti.
Lo studio, realizzato in seguito alla richiesta della Camera di
commercio americana che sta cercando di identificare non solo le
piattaforme illegali ma i trend della pirateria online, ha usato
tra l’altro solo un piccolo campione di siti e questo potrebbe
indicare che il problema della pirateria su Internet è più grave
di quanto rilevato. "I numeri sono impressionanti”, commenta
Charlie Abrahams, vice presidente di MarkMonitor.
RapidShare, in particolare, è tra i bersagli principali della
Recording industry association of America (Riia), che accusa il
sito, con sede in Svizzera, di contenere moltissimi contenuti
piratati. La Riia vorrebbe che questo ed altri siti simili
installassero dei filtri capaci di controllare il trasferimento di
contenuti illegali. La disputa è finita in tribunale in Germania,
ma l’Alta corte regionale di Dusseldorf ha dato torto ai
proprietari dei contenuti decretando che Rapidshare non può essere
obbligato a installare tali filtri e che già adotta “misure
ragionevoli” per combattere la pirateria.
Gli utenti delle piattaforme come Rapidshare sostengono a loro
volta che questi siti vengono usati anche per il file-sharing
legale e che quindi il numero di visite non può essere indicativo
della quantità di contenuti illegali ospitati.
Mark Mulligan, analista di Forrester, ammette che il numero di
visite non equivale necessariamente al numero di download; tuttavia
il dato della MarkMonitor prova che i siti commerciali di
file-sharing sono sempre più popolari come sistema per condividere
musica e film piratati. "Questi siti di upload indicizzano i
loro files ed è molto facile usarli”, afferma Mulligan.
“Insieme all’instant messaging e ai blog, sono allo stesso
livello del peer-to-peer quando si tratta di pirateria. Ed è molto
difficile per i proprietari dei contenuti intervenire”.