Sarà all’esame del Consiglio dei ministri convocato per oggi il provvedimento sull’asta per le frequenze tv che, come annunciato dal ministro Corrado Passera, dovrà "azzerare" la procedura del cosiddetto ‘beauty contest’. L’intervento e’ obbligato in quanto il 20 aprile scade la sospensione della procedura per l’assegnazione gratuita decisa dal ministero per lo Sviluppo Economico.
Ma la materia rimane complessivamente bollente. Se da un lato il governo punta a mettere a gara i sei multiplex "salvati" dal beauty contest, dall’altro lato, da più parti, si indica come arduo l’obiettivo del miliardo da raggiungere con un’asta. Tanto più se diventerà automatica la conversione delle frequenze Dvb-H in Dvb-T (come anticipato venerdì scorso dal Corriere delle comunicazioni) – conversione consentita dal nuovo codice delle comunicazioni approvato giorni fa dal governo – che potrebbe permettere a Rai e Mediaset di avere a disposizione dunque gratuitamente il multiplex in più. Chi potrebbe partecipare alla gara?
Difficile prevedere quali sono le emittenti che a questo punto potrebbero partecipare alla gara low cost (per assegnazioni "a breve tempo), visto il brutto momento che sta attraversando il settore e soprattutto il drastico calo degli investimenti pubblicitari (prima fonte di ricavi per i gruppi tv a esclusione della Rai che vive di canone), nessun operatore tv ha la possibilità di investire centinaia di milioni per conquistare le nuove frequenze a disposizione.
Tanto più che già oggi l’offerta di canali gratuiti digitali satura il telecomando. Alla sola Mediaset, che necessita di banda per la propria offerta gratuita e a pagamento e per lanciare i canali in Alta Definizione (Hd), partecipare all’asta costerebbe secondo le stime di S&P Equity Research 300-450 milioni visto che una singola frequenza costerebbe 100-150 milioni all’anno.
Le emittenti più piccole, come La7, Sportitalia ed Europa 7, avrebbero ancora maggiori difficoltà di partecipazione sempre per ragioni economiche. Chi, come Sky Italia, ha le risorse necessarie all’acquisto di nuove frequenze difficilmente prenderà parte all’asta per non snaturare il proprio business, incentrato sulla pay tv satellitare. Così, aggiunge MF, un potenziale pretendente diventa il colosso Usa Time Warner, interessato a entrare nel mercato italiano. In questo caso, si sostiene nel settore, Mediaset sarebbe gioco-forza costretta a difendere la leadership. Ma Mediaset, come Rai e anche H3g, potranno trasfromare le frequenze Dvbh, quelle in frequenze utilizzabili per il digitale terrestre (Dvbt).