AUDIOVISIVO

Frequenze Tv, la grande manovra di Tsipras

La Grecia ce la fa: una maxi riforma riordinerà il Far west vecchio di 25 anni. Previsti quattro multiplex in grado di accogliere tutte le emittenti. Le frequenze verranno riassegnate a prezzi di mercato con una gara internazionale. Polemiche dell’opposizione

Pubblicato il 12 Feb 2016

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La Grecia fa pulizie nel panorama televisivo greco. Tsipras mantiene fede all’impegno preso già dal suo ingresso sulla scena politica ateniese e mette mano a una maxi-riforma, sostenuta da Bruxelles, che riordina 25 anni di Far west televisivo dominato dagli oligarchi. I partiti di opposizione contestano il provvedimento affermando che Tsipras è in cerca di proprietari più vicini al suo esecutivo e lamentando una “sforbiciata” alle Tv. In realtà la nuova legge, che mette un tetto di 4 multiplex, non taglia fuori nessuna emittente: ogni multiplex è in grado infatti di contenere dagli 8 ai 10 canali ciascuno, praticamente tutte le emittenti greche). Ma la riforma consentirà, riporta il sito EuNews, “la creazione di stazioni Tv indipendenti ed economicamente sostenibili”.

Quella sul settore audiovisivo è una partita combattuta. Anche l’Europa è d’accordo con la decisione: la messa in vendita delle frequenze faceva parte degli accordi sottoscritti da Tsipras quest’estate. “Nel memorandum il governo si è impegnato a lanciare una gara internazionale per l’acquisizione dei diritti tv i cui ricavi devono essere utilizzati per raggiungere i target di bilancio”.

La riforma prevede che in base agli standard europei e tenuto conto del numero degli abitanti, in Grecia non possano esserci più di quattro multiplex nazionali le cui frequenze vengono assegnate dall’ESR (Consiglio Nazionale della Radiotelevisione) con una gara pubblica internazionale. Sono previsti inoltre canali regionali.
La durata della licenza è di 10 anni. Il costo di ogni licenza è di 30-40 milioni di euro che vanno versati in anticipo.
Possono prender parte alla gara società anonime (già esistenti o in via di costituzione, nazionali e straniere) che operano esclusivamente nel settore dei media, società cooperative ed enti locali. Al fine di garantire la trasparenza economica, le società che prendono parte all’appalto, comprese quelle straniere, devono rendere noti i nomi ela situazione patrimoniale dei soci. I partecipanti alla gara non devono aver subito condanne, non devono aver conflitti di interessi e devono essere in regola con banche ed agenzia delle entrate. Inoltre non devono in alcun modo prendere parte a società di ricerca di mercato radiotelevisivo e ad agenzie pubblicitarie.

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