OPERATORI DI RETE

Il giallo Persidera, ecco le strategie dei player in campo

Si riapre la partita sul futuro della società posseduta da Telecom e dal Gruppo L’Espresso. All’indomani dell’offerta del fondo americano I Squared Capital si svelano progressivamente le carte che ridefiniranno il futuro del maxi-operatore di rete italiano

Pubblicato il 28 Feb 2018

Patrizio Rossano

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Il misterioso caso di chi dovrebbe vendere ma non sa bene a chi e di chi vorrebbe comprare ma non sa bene a quanto. Cerchiamo di ricostruire sommariamente la vicenda Persidera. In Italia è presente una joint venture tra due operatori di rete già esistenti: Telecom Italia Media Broadcasting (TIMB), appartenente al Gruppo Telecom Italia, e Rete A, di proprietà del Gruppo Editoriale L’Espresso. La nuova società si propone sul mercato italiano come il più importante operatore di rete indipendente dotato di cinque multiplex digitali nazionali, con un’infrastruttura di grande capillarità e capace di erogare servizi ad elevato standard qualitativo. Persidera è il fornitore di riferimento dei principali editori televisivi operanti in Italia. Gli azionisti di Persidera S.p.A. sono Telecom Italia SPA con il 70% delle azioni e il Gruppo Editoriale L’Espresso con il 30% delle azioni.

Telecom, per problemi di Antitrust, è obbligata a vendere la sua quota di Persidera e, dopo il ritiro dei molti inizialmente interessati, rimangono come unici interessati Rai Way e F2i che, il 16 febbraio “comunicano di aver sottoposto un’offerta congiunta nell’ambito del processo di potenziale vendita di Persidera S.p.A. (“Persidera”), avviato dai relativi azionisti. Secondo quanto indicato nell’offerta, soggetta a talune condizioni, la struttura prevederebbe l’acquisizione da parte di F2i della titolarità dei diritti d’uso delle frequenze attualmente rilasciate a Persidera per i propri multiplex, l’acquisizione da parte di Rai Way dell’infrastruttura di rete e la contestuale sottoscrizione di un accordo pluriennale per la fornitura di servizi di broadcasting”. L’offerta, secondo quanto si legge, è stata di 250 milioni a fronte della richiesta di 350.

Giovedì della scorsa settimana, a firma di Daniele Lepido, compare la notizia di un possibile rialzo dell’offerta da parte di RaiWay e F2i ma non è noto di quanto sia il rialzo. Il giorno successivo, 23 febbraio, si è svolto il CdA di Telecom dove si comunica che ha “valutato positivamente, a maggioranza, la proposta di acquisto di Persidera ricevuta da F2i e Rai Way, considerando che la partecipazione non rappresenta un asset strategico per TIM. Il Consiglio ha dunque dato mandato all’Amministratore Delegato Amos Genish per finalizzare l’operazione, fermo restando che ogni ulteriore eventuale offerta vincolante sarà presa in considerazione”.  Proprio su questa ultima frase si apre un successivo aggiornamento: il fondo americano I Squared Capital rialza l’offerta e riapre la partita. Una fonte vicina al dossier riferice che questa mossa è stata interpretata “con grave disappunto”.

Ieri, riferisce Davide Pantaleo di TrendOnLine, si viene a sapere che gli analisti di Banca IMI ritengono che  “la dismissione di Persidera resta un processo complicato e a loro dire la decisione tattica di Telecom Italia di considerare positivamente l’offerta di F2i-RaiWay, lasciando al contempo la porta aperta ad un’altra offerta, potrebbe essere letta come il tentativo di ottenere un valore più alto da F2i-Rai Way … inoltre  … gli esperti di Banca IMI segnalano che il flusso di notizie su Telecom Italia potrebbe aumentare in vista delle elezioni italiane del 4 marzo e del nuovo piano industriale del gruppo in arrivo il prossimo 6 marzo. L’idea di Banca IMI è che il risultato che sarà consegnato dalle urne domenica prossima potrebbe condizionare l’equity story del gruppo su diversi fronti”.

Ecco che, improvvisamente, si comincia appena a svelare la nebbia che avvolge la vicenda e si intravvedono diverse chiavi di lettura. La prima è quella proposta dagli analisti IMI ed è tutta politica: il 2018 è l’anno di apertura della grande battaglia sulle frequenze e, fintanto che non sarà chiaro chi sarà a dirigere la musica nel prossimo Governo, è preferibile lo stand by. In questo modo l’offerta degli americani consente di allungare i tempi senza pregiudizio per alcuno.

La seconda è di brutale quanto banale alchimia finanziaria: un semplice mercato dove chi vende e chi compra cerca, legittimamente, di massimizzare il proprio business. Come si legge in una ricerca di Kpmg con Sda, la scuola di management dell’Università Bocconi e con Borsa Italiana, un modo importante di aumentare il fatturato è utilizzare la leva del M&A. In questo senso, di interessante potrebbe esserci solo la logica e la finalizzazione della trattativa. La struttura dell’offerta di Rai Way e F2i, come scritto, prevede che il primo sia interessato alla struttura di rete, il secondo alle frequenze e gestione dei multiplex.

La terza chiave potrebbe riguardare il disegno di politica industriale che si potrebbe intravvedere nel contesto di un prossimo rimescolamento delle carte nel cosiddetto “polo delle torri” che interessa sia la parte Tlc sia quella broadcast. Per la prossima primavera è previsto lo sbarco di Iliad in Italia dove l’operatore francese ha recentemente concluso l’accordo con Cellnex per utilizzare le oltre 7000 torri di sua proprietà. Questo il terreno, qualità e quantiotà delle torri, che appare più promettente per lo sviluppo del settore.

L’assenza di Ei Towers, anch’essa bloccata alla partecipazione sull’affare Persidera, non significa certo che non sia interessata all’argomento torri, quali che esse siano, visto che con la prossima tecnologia 5G il futuro del broadcasting potrebbe avere un significativo mutamento.

A partire dal prossimo 5 marzo, forse, il mistero potrebbe cominciare a svelarsi. Visto anche il calendario che prevede, il 7, la presentazione del nuovo piano Telecom 2018-2020.

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