Google Book Search, il 4 settembre l’accordo con gli editori

Pubblicato il 29 Apr 2009

Cambiano i tempi per aderire o meno al Settlement che chiude la
class action legata a Google Book Search. La corte federale di New
York ha infatti deciso che entro il 4 settembre – e non più
entro il 5 maggio – gli editori e autori (anche italiani) dovranno
decidere se entrare a far parte o meno dell’accordo che chiude la
class action in corso in America tra autori ed editori americani e
la stessa Google per il servizio Book Search in relazione alla
massiccia attività di digitalizzazione di opere letterarie (oltre
7milioni di volumi) realizzata da Google in collaborazione con una
serie di biblioteche americane. Tra i libri già digitalizzati da
Google perché disponibili nelle biblioteche americane ve ne sono
infatti moltissimi italiani. Da prime stime siamo nell’ordine di
centinaia di migliaia.

“Agli editori italiani ed europei è stata lasciata libertà di
adesione o meno all’accordo – ha spiegato il presidente
dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Federico Motta – Ruolo
di AIE e Federazione degli Editori Europei (FEP) è ora quello di
fornire più informazioni possibili su cosa comporterà questo e
sui possibili rischi di mercato che ne possono derivare. I termini
vengono dilatati. La data del 5 maggio rimane invece fissa come
limite temporale per i programmi di digitalizzazione di Google non
autorizzati dagli aventi diritto”.

L’accordo (il Settlement) – siglato a conclusione della
vertenza giudiziaria nata nel 2004 – è stato presentato alla Corte
del Distretto di New York (la prima udienza sarà in programma non
più l’11 giugno ma il 7 ottobre) e consente la digitalizzazione
delle opere e il loro utilizzo per determinati servizi sviluppati
da Google: fra questi, la concessione di accessi all’intero data
base delle opere da parte di biblioteche e centri di ricerca, messa
a disposizione delle singole opere agli utenti, realizzazione di
course-pack da parte di scuole e università e pubblicazioni
on-line di “snippets” (frammenti) delle opere.

“I servizi sono limitati ad utilizzi nell’ambito del territorio
statunitense, ma interessano anche gli editori stranieri, compresi
quelli italiani, le cui opere siano state comunque digitalizzate da
Google – ha spiegato Piero Attanasio dell’Associazione Italiana
Editori (AIE), nominato coordinatore del gruppo di lavoro tecnico
nei rapporti tra Google, il Book Right Registry e gli editori
europei – AIE ha prodotto una serie di studi tecnici e documenti
assunti dalla Federazione degli Editori Europei come posizione
comune, che rilevano i problemi presenti nel database del
Settlement e le possibili soluzioni. Poiché il trattamento dei
diritti è diverso tra i libri in commercio e fuori commercio, è
fondamentale gestire correttamente questa informazione e va fatto
su milioni di libri, e con aggiornamenti continui. I nostri studi
hanno evidenziato come una singola azienda, per quanto grande e
avanzata, non possa da sola gestire una tal mole di dati in modo
efficace. Il gruppo di lavoro che ho l’onore di coordinare è
stato creato per questa ragione: l’esperienza specifica nel
trattamento dei dati bibliografici è essenziale, diffusa in
Europa, e Google ha mostrato di rendersene perfettamente
conto.”

Il gruppo di lavoro si è riunito ieri a Milano per la prima volta,
con la presenza dei responsabili tecnici delle banche dati
bibliografiche di Google e del Book Right Registry oltre che
rappresentanti delle editorie francese, spagnola e tedesca.

“Si è creato un buon clima di collaborazione – ha continuato
Pero Attanasio – che speriamo porti i suoi frutti. Le sfide sono
stimolanti, ma certamente difficili. È utile che anche da parte
loro ci si renda conto che non tutti i problemi si risolvono
facendo girare un algoritmo. I problemi tecnici che Google sta
affrontando sono gli stessi del progetto ARROW (www.arrow-net.eu),
coordinato da AIE, nato per servire i programmi di digitalizzazione
europee. Anche in questo caso l’Europa era partita prima”.

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