Guerra dello spettro dagli Usa all’Europa

La Ue propone un piano per il dividendo digitale. E da Telecom Italia parte un ricorso sulle reti

Pubblicato il 06 Nov 2009

La guerra fredda sullo spettro radio si allarga dagli Stati Uniti
verso l’Europa e l’Italia. Mentre negli Usa sale la tensione
fra i broadcaster di fronte alle ipotesi della Fcc di riallocare il
digital dividend (le frequenze lasciate libere dagli switch off) a
favore degli operatori del wireless, anche Bruxelles prende
posizione a sostegno delle telecom. E intanto in Italia il sistema
di concessione di frequenze del digitale terrestre mostra le prime
smagliature: Telecom Italia Media fa ricorso contro il ministero
dello Sviluppo Economico e chiede un risarcimento di oltre 240
milioni.

Torniamo a Bruxelles, dove la Commissione Ue propone un piano
coordinato per la gestione del dividendo digitale. Nessuna
imposizione dall’alto, si punta invece a un’armonizzazione
delle condizioni tecniche per l’utilizzo della sottobanda 790-862
MHz. Coordinando a livello europeo l’assegnazione del dividendo
ai nuovi servizi wireless – dice la Commissione Ue – si potrebbero
ottenere benefici per l’economia quantificabili tra i 20 e i 50
miliardi di euro. Il piano per ottimizzare le potenzialità del
dividendo digitale vede coinvolti il Parlamento europeo e gli Stati
membri della Ue “e riflette – dice la Ue – il ruolo importante
che essi possono svolgere in questo ambito”.

La migrazione al digitale terrestre libererà i quattro quinti
delle frequenze che servivano a portare nelle case le trasmissioni
televisive. Le stesse frequenze potranno dunque essere destinate a
servizi innovativi che utilizzano lo spettro radio, dall’internet
senza fili a telefoni cellulari dalla tecnologia più avanzata e a
nuovi canali Tv interattivi e ad alta definizione. Le regioni
periferiche potrebbero trarre enorme giovamento da questa
evoluzione, in quanto lo spettro disponibile potrebbe essere
utilizzato dal wireless in banda larga per portare l’internet ad
alta velocità in aree non ancora cablate.

“Il dividendo digitale rappresenta un’opportunità unica per
democratizzare la banda larga a livello paneuropeo e dare impulso
ad alcuni tra i più innovativi settori della nostra economia –
dice Viviane Reding, commissaria Ue per la società
dell’informazione e i media -. Esorto gli Stati membri della Ue
ad accelerare il passaggio alla Tv digitale e a completarlo entro
il primo gennaio 2012. Invito inoltre le autorità nazionali a
utilizzare il dividendo digitale in modo da favorire la
concorrenza, aprire il mercato a nuovi operatori e servizi e
massimizzare gli effetti sull’economia. Solo così si potrà
garantire che il dividendo digitale sia usato per portare la banda
larga wireless in regioni della Ue in cui l’Internet ad alta
velocità non può essere fornito in modo efficiente con altre
tecnologie”.

Intanto negli Usa lo scontro è aperto. Da un lato la Federal
Communications Commission denuncia il gap tra offerta e domanda di
spettro per nuovi servizi wireless. Dall’altro i broadcaster si
preparano a dar battaglia per difendere frequenze che temono di
dover essere costretti a cedere per la banda larga. L’industria
del wireless americana si trova a corto di spettro, ora più che
mai con la richiesta di connettività mobile esplosa con il boom
degli smartphone. “Ormai siamo entrati nell’era mobile – dice
il coordinatore per il broadband dell’Fcc, Blair Levin -. Stiamo
cercando una soluzione che vada incontro a tutte le esigenze”.
Secondo la società di analisti Brattle Group il valore dello
spettro detenuto dai broadcaster si aggira sui 60 miliardi di
dollari.

E mentre l’Italia è alle prese con gli switch off delle
principali regioni (vedi anche articoli nelle pagine successive) il
gruppo Telecom Italia Media fa ricorso contro il ministero dello
Sviluppo Economico per la concessione di frequenze del digitale
terrestre e ha chiesto un risarcimento di oltre 240 milioni. Il
ricorso è stato fatto contro il ministero dello Sviluppo Economico
perché in alcune zone del Paese – Val d’Aosta, Piemonte
occidentale e Trentino Alto Adige, ovvero tutte le aree all
digital, Sardegna esclusa – a Telecom Italia sono stati assegnati 3
multiplex contro i quattro della Sardegna. Avanzata una richiesta
danni di oltre 240 milioni.

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