I fari dell’Antitrust si accendono sull’operazione che ha portato Sky a rilevare il controllo di R2, il ramo di “operation pay” di Mediaset Premium. Un’acquisizione che ha portato l’authority a deliberare il 7 marzo l’apertura di un’istruttoria, per valutare l’operazione di concentrazione e “accertare le possibili ricadute concorrenziali dell’acquisizione da parte di Sky, operatore dominante nel mercato della pay-tv, di R2, vale a dire la piattaforma tecnica del digitale terrestre di Mediaset Premium, il quale ha rappresentato in passato sostanzialmente l’unico concorrente di Sky nel mercato della televisione a pagamento”.
In particolare – spiega l’Antitrust – verrà valutato se l’operazione possa determinare il rafforzamento della posizione dominante di Sky nel mercato dei servizi al dettaglio della pay-tv e nel mercato dei servizi di accesso all’ingrosso alla piattaforma tecnica della televisione a pagamento del digitale terrestre, “tale da eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza in tali mercati, nonché nei mercati ad esso collegati, quali quelli riguardanti il broadcasting digitale, i contenuti per la televisione a pagamento e i canali pay-tv”.
Al centro dell’attenzione c’è tra l’altro il possibile aumento dei prezzi per gli abbonamenti alla Pay Tv, come l’authority sottolinea chiaramente: “L’operazione in esame – si legge nella delibera – appare suscettibile di ridurre la concorrenza nel mercato dei servizi televisivi a pagamento, con la riduzione della capacità competitiva del principale concorrente di Sky e un conseguente aumento dei prezzi. La struttura dell’operazione in esame, peraltro, appare aver già permesso a tali effetti di esplicarsi sul mercato”.
Oltre alle conseguenze per gli utenti finali, poi, ci sono gli effetti sul mercato rispetto agli altri concorrenti: “L’integrazione della piattaforma R2 in Sky – sottolinea l’Antitrust – appare pertanto idonea a creare effetti preclusivi nei confronti di altri operatori televisivi a pagamento, nonché nei confronti di editori di canali televisivi che volessero avviare un’offerta commerciale pay. In particolare, Sky potrebbe negare l’accesso alla piattaforma ad operatori pay-tv terzi. Peraltro, tale intenzione è espressamente confermata da Sky, nonché appare confermata dalla circostanza di aver condizionato la realizzazione dell’operazione all’assenza di offerte di pay-tv terze”.
“La disponibilità di tutte le piattaforme – avverte l’authority – appare idonea ad accrescere i rischi che questa possa precludere gli input, rappresentati dai contenuti, per altri operatori della televisione a pagamento. L’accresciuta platea di utenti e la molteplicità di piattaforme detenute, infatti, innalzando il potere contrattuale nei confronti dei fornitori di contenuti, aumenta il grado di esclusività degli stessi”.
L’operazione potrebbe in sintesi rappresentare secondo l’Antitrust “la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante sul mercato dei servizi al dettaglio dei servizi televisivi a pagamento e nel mercato dei servizi di accesso all’ingrosso alla piattaforma tecnica della televisione a pagamento del digitale terrestre, tale da eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza in tali mercati e nei mercati ad essi connessi in virtù di legami di tipo verticale e conglomerale”
Con l’avvio dell’istruttoria – il cui responsabile è Luigi De Gaetano – Sky Italia, Sky Italian Holdings, R2 e Mediaset avranno dieci giorni per chiedere di essere ascoltati dall’authority, mentre il termine fissato per il procedimento, che terrà conto anche del parere Agcom, è di 45 giorni.