“Provvedimento incredibile e ingiustamente punitivo”, lo dice Marina Berlusconi presidente di Fininvest e di Mondadori, dopo la multa di 51 milioni che l’Antitrust ha comminato a Mediaset per la vicenda dell’ultima asta dei diritti televisivi sul calcio. Incredibile “per un’azienda che ha avuto il coraggio di investire – aggiunge Berlusconi a margine dell’Assemblea di Mondadori – che ha creato valore, che ha rotto un monopolio, che ha creato un’alternativa per il pubblico e per i tifosi che altrimenti non ci sarebbe stata”.
Secondo il presidente di Fininvest e Mondadori “questa operazione con Vivendi, l’acquisto di Premium, è la dimostrazione più concreta del valore che Mediaset è stata in grado di creare partendo da zero”.
A seguire l’annuncio della maxi multa Mediaset ieri ha annunciato immediato ricorso con istanza urgente di sospensiva “certa di un esito ben diverso”. Secondo l’azienda “la disparità di trattamento tra i vari soggetti coinvolti – marchiana quella tra Mediaset e Sky – poiché si parla di “ripartizione del mercato”, è priva di qualsiasi giustificazione. Di più: la ricostruzione dei fatti da parte dell’Agcm esplicita che l’Autorità avrebbe invece auspicato l’eliminazione del secondo soggetto assegnatario dei diritti, Mediaset. Con il risultato di eliminare la concorrenza nella trasmissione dei match di Serie A. In altre parole: un’Autorità Antitrust che incoraggia il trust”.
Inoltre colpisce, dice Mediaset, “che l’Autorità delle Comunicazioni abbia dato una lettura completamente diversa se non opposta a quella stupefacente dell’Antitrust”.
Ieri l’Antitrust ha comminato sanzioni per 66 milioni di euro, oltre che a Mediaset Premium, anche a Sky, Lega Calcio e il suo advisor Infront per aver dato vita a un’intesa restrittiva della concorrenza e aver alterato la gara per i diritti televisivi sul Campionato di serie A per il triennio 2015-2018
Il procedimento era stato avviato il 13 maggio 2015. A giudizio dell’Autorità l’intesa si è realizzata “in violazione dell’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea“, “sostituendo con una soluzione concordata l’esito dell’assegnazione dei pacchetti A, B e D che discendeva dal confronto delle offerte presentate dai broadcaster il 5 giugno di quello stesso anno”.
La sanzione più alta riguarda Mediaset Premium che dovrà corrispondere 51 milioni e 419.247,25 euro. A seguire Infront, con una multa da 9 milioni e 49.646,64 euro, Sky Italia con quattro milioni di euro e infine la Lega Calcio con un milione e 944.070,17 euro.
La Lega calcio, su suggerimento e con l’ausilio di Infront, ricostruisce l’authority, invece di aggiudicare su questa base i diritti ha promosso una soluzione negoziale che, in contrasto con le regole del bando, ha recepito l’assegnazione concordata con i due principali concorrenti. Per l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, RTI/Mediaset Premium ha condiviso la soluzione concordata per l’assegnazione dei diritti fin dall’apertura delle buste, in ragione delle offerte da essa presentate. “Né l’autorizzazione ricevuta a concedere la sub-licenza sul pacchetto D avrebbe potuto ingenerare alcun affidamento sulla liceità delle condotte assunte dalle parti – spiega l’Agcm – emerse solo in seguito agli accertamenti ispettivi svolti dall’Autorità”.
Quanto a Sky, prosegue l’authority, benché abbia aderito in ultimo al disegno di spartizione, ha assunto all’inizio un atteggiamento nettamente contrario alle iniziative delle altre parti ed è stata “indotta” all’intesa anche dal loro comportamento, per mantenere poi un “atteggiamento collaborativo” nei confronti dell’Agcm.
“Tutto ciò – spiega l’Agcm – ha prodotto l’effetto di garantire la ripartizione del mercato tra i due operatori storici, assicurando l’assegnazione di diritti a uno di questi (RTI/Mediaset Premium) e precludendo l’ingresso di nuovi operatori sia nell’immediato (Eurosport in relazione al pacchetto D), sia in futuro (l’alterazione della gara è tale da incidere negativamente sulla credibilità delle future gare e, quindi, sulle aspettative di ingresso di nuovi player, scoraggiando qualsiasi concorrenza sul merito)”.
L’intesa, sottolinea l’authority nel motivare il proprio provvedimento, sovvertendo l’esito della gara rispetto alla procedura competitiva stabilita dal “Decreto Melandri”, ha influito di conseguenza sulla ripartizione di risorse strategiche per il mercato della pay tv e per quello della raccolta pubblicitaria. L’Autorità ha ritenuto perciò l’intesa “restrittiva per oggetto”, giudicandola particolarmente grave ai sensi della consolidata giurisprudenza nazionale e comunitaria.
Nello stesso provvedimento dell’Antitrust, infine, “si condivide l’esigenza rappresentata dall’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni circa un rafforzamento dell’efficacia delle Linee Guida previste dal d. lgs. n.9/2008, che andrebbe altresì estesa a una più ampia riforma del quadro normativo, al fine di incentivare ulteriormente le dinamiche competitive dello specifico settore interessato”.