''Questo è quello che facciamo: intrattenimento di alta
qualità, solo per voi. Siamo la generazione inarrestabile degli
hacker''. E poi giù insulti a Rupert Murdoch. Così, su
Twitter, i pirati informatici del gruppo LulzSec si vantano della
loro ultima impresa. Stanotte hanno violato il server del tabloid
The Sun, proprietà del magnate australiano, e nella home page il
sito si è ritrovato in rete per un paio d'ore con la falsa
notizia della sua morte.
Smentita la clamorosa ma falsa informazione – si parlava del
ritrovamento del suo corpo nel giardino di casa – The Sun e agli
altri giornali britannici del gruppo News International rimane ora
un problema: la paura infatti è che le e-mail rubate stanotte dai
server del Sun e di News of the World possano essere diffuse dai
pirati informatici.
Per cercare di evitare il ripetersi di inconvenienti simili, i
quotidiani britannici di Murdoch hanno ricevuto istruzioni di
rafforzare la propria sicurezza informatica, mentre ai dipendenti
è stato raccomandato di cambiare le proprie password.
Nel loro sito, i Lulz – un neologismo dall'abbreviazione
inglese 'Lol, laughing out loud' che nel gergo delle chat
si usa per la risata) riassumono la loro filosofia in una parola:
fun, divertimento. E sicuramente negli ultimi mesi devono essersi
divertiti parecchio con la serie di performance di cui si sono resi
protagonisti, attaccando a livello informatico la Cia, il Senato
Usa e la Sony.
Murdoch è solo l'ultimo dei personaggi illustri che subiscono
le attenzioni degli hacker, galassia piuttosto variegata di gruppi
chwe fanno riferimento a varie sigle. In Italia, ad esempio, è
salito agli onori della cronaca nei mesi scorsi il gruppo
Anonymous, con una serie di attacchi contro il sito del governo
italiano, quelli di Camera e Senato e di aziende come Eni, Enel,
Finmeccanica, Mediaset, Rai e molti altri.