“È uno scenario doloroso quello che emerge dal rapporto sul
mercato televisivo 2008. Questo perché il 2009 non è un anno come
gli altri, segnato com’è da una crisi economica che rischia di
estendersi al 2010”. Così il direttore di ITMedia Consulting,
Augusto Preta, presenta il VII Rapporto annuale “Turning
digital” che analizza l’andamento del mercato televisivo in 17
Paesi.
La fotografia scattata dall’istituto mette in luce una crescita
del mercato televisivo del solo 0,9% nel 2008 contro il +4,7% del
2007, raggiungendo valori di 89 miliardi di euro. A calare,
soprattutto le risorse pubblicitarie che segnano – 4,3%. “Una
conseguenza diretta della crisi economica – spiega Preta – perché
anche se da un lato il calo 2008 è stato temperato dall’aumento
del consumo televisivo da parte degli utenti, dall’altro è stato
aggravato dalla riduzione degli investimenti pubblicitari da parte
delle aziende in crisi”.
“In questo contesto – si legge nel rapporto – la spesa
dell’utente finale (abbonamenti e servizi a richiesta) è
diventata dunque la sola risorsa significativa di crescita e il
driver del settore, con un +6,5%, raggiungendo un valore di 34,3
miliardi”. Ma anche la PayTv, nonostante tutto, cresce ad un
tasso inferiore al 9% registrato nel 2007.
Tema centrale del VII convegno di studio, il passaggio al digitale.
Unico dato positivo del rapporto – infatti – quello che
riguarda le performance della Tv digitale. “Le abitazioni dotate
di un ricevitore digitale, infatti, superano nel 2008 per la prima
volta quota 100 milioni aggiungendo 18,6 milioni in un anno. “Il
fatto che in Italia le famiglie digitali abbiano superato per la
prima volta quelle analogiche – ha commentato il segretario
generale dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni
Roberto Viola – significa che si sono finalmente avverate le
previsioni del Libro Bianco stilato dall’Autority nel 1998. A
completare questo processo – spiega Viola – anche il via libera
dato ieri dalla Camera al recepimento della Legge Comunitaria 2008,
al cui interno viene recepita come norma primaria la Delibera 181
dell’Agcom che determina i criteri di pianificazione delle
frequenze digitali e fissa in 5 multiplex il dividendo digitale da
assegnare con gara. Il provvedimento – continua il segretario
generale – recepisce anche la direttiva europea sui servizi media
audiovisivi”.
Passaggio al digitale, ma anche nuove piattaforme, Adsl, Ftth e Tv
mobile, in continua espansione e alla ricerca di mercato così come
indica il Rapporto. Per quanto riguarda Internet, infatti, non solo
è questo l’unico settore in cui la pubblicità ha registrato un
incremento a due cifre, ma è proprio l’Iptv che “pur
rappresentando una piattaforma marginale registra incrementi
interessanti. Alla fine del 2008, infatti erano 8.2 milioni le
abitazioni abbonate a servizi Iptv, quasi la metà localizzate
nella sola Francia”. A farla da padrona, infatti, è la
diffusione Multichannel, cosa che produce una “segmentazione
progressiva dell’audience” perché sono sempre di più i
telespettatori che guardano contenuti Tv su piattaforme
multiple.
Presente alla presentazione del Rapporto anche il consulente del
Governo per la Banda Larga Francesco Caio. “Pur ribadendo la
centralità della banda larga nel processo di digitalizzazione – ha
commentato – i dati sono il sintomo che si sta spezzando in modo
strutturale il legame tra l’informazione e i suoi supporti
fisici”. Si tratta di un trend inarrestabile – ha spiegato Caio –
che porterà i contenuti a svincolarsi dall’oggetto fisico.
“C’è bisogno di una riflessione sistemica – ha concluso – che
permetta di ritrovare la capacità di produrre nuovi contenuti non
più in linea con l’unità aristotelica tra informazione e mezzo
che la veicola, ma su più mezzi”.