RAPPORTO 2013-2015

ITMedia Consulting: mercato tv, la ripresa passa per Internet

ITMedia Consulting: il mercato italiano tornerà a crescere a partire dal 2015. Pubblicità in ripresa. Digitale terrestre giunto a saturazione, cresce la Bbtv: al decollo i servizi Ott on demand di Mediaset e Sky

Pubblicato il 09 Dic 2013

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La ripresa del mercato televisivo italiano passa per Internet: è quanto emerge dal Rapporto “Il Mercato Televisivo in Italia: 2013-2015” di ITMedia Consulting, che ricorda, tra le altre cose, come siano in fase di decollo due nuove piattaforme televisive Ott web-based di Mediaset e Sky. In generale dallo studio, di cui il Corriere delle Comunicazioni pubblica in anteprima un’anticipazione, emerge un mercato televisivo che, nonostante la crisi economica, mostra ancora un notevole dinamismo, destinato ad accentuarsi nei prossimi anni.

Il 2013, premette la survey, sarà ancora un anno di sofferenza per il mercato televisivo, che nel complesso ha perso 307 milioni di euro, con una riduzione del 4% sull’anno precedente. Ma nei due anni successivi, secondo ITMedia Consulting, il mercato tv tornerà a crescere, sebbene alla fine del 2015, quando arriverà a valere 8 miliardi di euro, sarà ancora inferiore ai valori del 2008.

In risalita anche la pubblicità: dopo un 2013 di forti perdite, riprenderà la fase di ascesa, ma nel triennio finirà per registrare complessivamente una riduzione dello 0,5%.

La pay tv rimarrà sostanzialmente stabile (+0,7% nel triennio), confermandosi comunque risorsa primaria della televisione con circa il 38% del totale del mercato.

Nonostante la ripresa della pubblicità, nel 2013 la spesa delle famiglie (canone e pay-tv) rimane ampiamente superiore a quella delle imprese (investimenti pubblicitari).

Per quanto riguarda i player, Mediaset, Rai e Sky Italia nel 2013 si spartiscono il 95% del mercato complessivo e Sky si conferma come il principale attore, con il 35% del market share nel 2013 e il 33% nel 2015. Rai e Mediaset, secondo questo Rapporto, si manterranno stabili con il 30% della “fetta” di mercato ciascuno. Sono gli altri operatori a crescere maggiormente, sottolinea ITMedia Consulting, arrivando a detenere una quota pari al 7% nel 2015, in forte crescita rispetto al 5% del 2013.

In questo panorama il digitale terrestre ha raggiunto la saturazione, mentre cresce la BroadBand tv: nel settore della tv a pagamento i due principali operatori stanno per lanciare servizi Ott per diversificare il business e acquisire un vantaggio competitivo su possibili nuovi entranti. Mediaset è pronta al lancio di Infinity l’11 dicembre 2013. Il costo mensile dell’abbonamento sarà inferiore a 10 euro al mese e darà accesso a serie-TV complete, film, cartoni animati, fiction e library. Inoltre, sarà possibile acquistare alcuni film in prima visione anche in pay per view. Il servizio costituisce realtà a parte rispetto a Mediaset Premium.

Sky, da parte sua, guarda all’esperienza inglese di BSkyB, e prepara il lancio di Sky River (secondo indiscrezioni nei primi mesi del 2014) che avrà caratteristiche analoghe a BSkyB Now Tv: un prodotto flessibile, dai costi di abbonamento contenuti e completamente separato dal resto dell’offerta pay-Tv.

Sempre Sky tende a rafforzare il primato tecnologico nelle trasmissioni televisive anche grazie al satellite, attraverso l’ampia offerta di contenuti in qualità HD e in prospettiva in Ultra HD (4K).

In quest’area anche Rai si sta muovendo. In seguito alla richiesta e alla successiva approvazione della conversione del MUX 5 – che non sarà più dedicato alla sperimentazione dello standard DVB-T2 – il servizio pubblico dovrebbe iniziare la trasmissione di quattro canali in HD, di cui tre in simulcast.

Un ulteriore fattore che potrebbe modificare il mercato televisivo è il meccanismo dell’asta delle frequenze che, con la definizione delle nuove regole, esclude dalla partecipazione tutti i principali operatori Fta.

Sul fronte degli operatori di multiplex si segnala un accordo tra Telecom Italia Media e il Gruppo Editoriale L’Espresso per una possibile integrazione tra le attività delle rispettive controllate Telecom Italia Media Broadcasting e Rete A. Qualora questo accordo andasse a buon fine si creerebbe il principale operatore di rete indipendente del mercato italiano.

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