Una tassa per Google, Yahoo e Bing. Per la prima volta uno dei più
importanti operatori del mondo, la multinazionale spagnola
Telefonica, quinto colosso mondiale per clienti (264 milioni in
Europa e America Latina, altri 300 milioni in Cina), parte
“lancia in resta” – scrive La Stampa – contro tutti i motori di
ricerca. A guidare la crociata, il presidente Cesar Alierta, che ha
dichiarato: “Usano le nostre reti e non pagano un centesimo.
Questa situazione cambierà”.
La polemica si è subito infiammata. Gli utenti non hanno lasciato
passare inosservata la minaccia: su Twitter molti messaggi accusano
Alierta di non tenere conto del principio della “neutralità
della rete”. Concorda invece l’Etno, l’associazione europea
dei colossi delle tlc: nel vertice di Siviglia di novembre il tema
è già stato discusso “a porte chiuse”, secondo quanto
rivelato da El Pais. “Tutti erano d’accordo sul fatto che
Google approfitta della sua posizione di dominio per competere con
vantaggio in altri mercati, come le tlc, software, cellulari,
netbook e Gps”, si legge.
Don Cesar punta il dito proprio contro il gigante di Mountain View,
che ha uno share del 75% nel mercato della web search e controlla
il 70% della pubblicità online, che nel 2009 gli ha permesso di
fatturare 16,9 miliardi di euro. Ma intanto, nota Alierta, sono gli
operatori europei a doversi sobbarcare investimenti stimati intorno
ai 300 miliardi di euro per stendere le nuove reti in fibra ottica
per la banda larga – in parte anche per supportare l’aumento del
traffico dovuto a Google e agli altri motori di ricerca.
“E’ evidente che i motori di ricerca utilizzano le nostre reti
gratis, cosa che è una manna per loro e una disgrazia per noi”,
ha dichiarato il presidente di Telefonica. “E’ altrettanto
evidente che la non si può continuare così. Noi installiamo reti
e servizi commerciali, facciamo tutto”. “Il traffico non lo
genera Google ma i clienti di Telefonica e degli altri operatori
che lo cliccano”, fa però notare il giurista Amandeu Abril, ex
membro dell’Icann. Se Alierta bloccasse l’accesso a Google,
“violerebbe l’articolo 3 della legge sulle
Telecomunicazioni”, continua l’esperto. “E’ come se una
utility facesse pagare un canone ai produttori di elettrodomestici
per usare la rete elettrica”, ha detto ieri un blogger. O, con le
parole del giurista Abril, “come se i gestori dell’autostrada
facessero pagare un pedaggio più alto a chi viaggia per affari
anziché per turismo”.