Lo switch off "poteva e doveva essere realizzato con più
attenzione sia dal punto di vista tecnico-organizzativo, sia da
quello regolamentare”. E' un attacco frontale alla gestione
del passaggio delle tv dall'analogico al Dtt quello che sferra
Filippo Rebecchini, presidente della Frt (Federazione radio
televisioni)
intervenendo oggi all’assemblea annuale che è stata anche
occasione per festeggiare i 25 anni dell’associazione.
“Personalmente considero il digitale terrestre un traguardo
importante per l'Italia – afferma Rebecchini. – Il passaggio
rientra in quel processo di convergenza tecnologica dei media che
sta interessando tutto il mondo occidentale e dal quale non si può
rimanere fuori – ha detto Rebecchini -. È un processo ineludibile,
deciso dall'Unione europea che ha anche stabilito nel 31
dicembre 2012 il termine ultimo per il completamento delle
operazioni di trasformazione delle reti da analogiche in digitali.
Il processo, tuttavia, poteva e doveva essere realizzato con più
attenzione sia dal punto di vista tecnico-organizzativo, sia da
quello regolamentare”.
Il presidente ha poi lanciato un monito all'autorità per le
comunicazioni. “L'Agcom, in particolare, avrebbe potuto
intervenire per tempo nella regolamentazione di alcune
problematiche connesse alla digitalizzazione. Quello relativo alla
numerazione automatica dei canali sul telecomando (lcn), per
esempio è un problema di particolare delicatezza – ha precuisato
-. Sono anni ormai che se ne parla e le proposte non sono mancate.
Il mancato intervento dell'Agcom ha provocato, soprattutto nel
Lazio, il caos assoluto e la situazione è palesemente
ingovernabile nonchè irrisolvibile se lasciata alla sola capacità
di autoregolamentazione del sistema. Tutto ciò ha causato un
gravissimo danno economico alle emittenti televisive, soprattutto a
quelle locali, azzerando quel preziosissimo valore d'impresa
che è l'avviamento, faticosamente conquistato in decenni di
attività”.
Rebecchini si è detto “sicuro che le soluzioni arriveranno. In
Italia è sempre così: prima fai le cose e poi le aggiusti. Non si
può nascondere il forte malessere avvertito da radio e tv locali,
soggetti storicamente deboli dal punto di vista economico e
finanziario, ma dotati di una vitalità e inventiva senza rivali.
Questa volta la sfida è particolarmente impegnativa. La
concorrenza sarà quintuplicata con la conseguenza di un tragico
assottigliamento degli spazi pubblicitari.
Certo “queste sono sfide di mercato che non sempre è possibile
risolvere con i regolamenti, ma indubbiamente le istituzioni
possono fare tanto, cominciando per esempio a non tagliare, come
pare invece si stia facendo, i fondi di sostegno previsti dalla
legge 488/98. A proposito di contributi chiedo al viceministro
Romani il suo intervento per sbloccare le erogazioni dei contributi
alle radio locali previsti dalla legge per gli anni 2006, 2007 e
2008”.
Comunque il presidente della Frt ha sottolineato che il digitale
terrestre “vuol dire migliore qualità dell'immagine e del
suono, razionalizzazione dello spettro radioelettrico e ridotto
inquinamento elettromagnetico. Con il digitale terrestre sarà
anche garantito un maggior pluralismo. La moltiplicazione dei
canali consentirà a nuovi soggetti di entrare sul mercato e di
proporre contenuti inediti, per lo più tematici. L'universo
televisivo si arricchirà di operatori e di programmi che
fungeranno da stimolo migliorando la qualità dei servizi”.