L’editoria su Internet alla prova del modello “a pagamento”.
Pioniere la News Corp. di Rupert Murdoch che ha presentato la nuova
versione di The Times online (www.thetimes.co.uk), al costo di 1
sterlina al giorno o due sterline a settimana (per i lettori fuori
dalla Gran Bretagna il prezzo è di 1,50 euro al giorno o 3 euro a
settimana). Da lunedì prossimo chi non paga non potrà più
accedere al giornale.
“E’ l’unico modo di avere un modello di business duraturo per
il giornalismo di qualità”, secondo Peter Harding, redattore
capo del Times, intervistato da La Tribune. Una scelta necessaria,
perché il giornale è in forte perdita, aggiunge Harding (senza
rivelare i numeri), e la sua circolazione è diminuita del 15% in
un anno.
Ma è anche un rischio. La concorrenza è tanta – e gratis: i
siti Internet di Bbc, Guardian, Daily Telegraph, per citarne
alcuni, propongono gli stessi contenuti (articoli ma anche
materiale multimediale) senza esigere alcun abbonamento. La
speranza di Murdoch è di aprire la strada a una migrazione
dell’editoria web verso il modello a pagamento, ma per ora sia il
Guadian che la Bbc respingono apertamente questa ipotesi.
“La grande maggioranza dei lettori online, forse anche più del
90%, andrà persa quando il Times sarà a pagamento”, secondo
John Witherow, redattore capo del Sunday Times. Ma per Harding, che
comunque non avalla queste previsioni, la perdita di lettori (su un
totale di 20 milioni di visitatori unici al mese) non è
importante, perché “Abbiamo milioni di persone che si collegano
al sito del Times solo per leggere uno o due articoli al mese e non
navigano nel giornale. Noi miriamo a trattenere quell’elite che
si sofferma e che ha interesse a pagare per continuare a usufruire
dell’informazione offerta dal Times”.
Riuscirà Murdoch nell’impresa? “Nessuno lo crede, tutti lo
sperano”, risponde Steve Hewlett, presentatore di Media Show,
trasmissione della Bbc. Perché le entrate dei siti web dei
giornali generate dalla sola pubblicità non bastano: il Guardian
guadagna 40 milioni di sterline l’anno dal sito Internet “e
sono del tutto insufficienti per finanziare le attività di un
gruppo che vuole fare giornalismo di qualità”.